Ipse dixit


 
 
 «Povera Italia, con un sistema informativo come questo»
 
                                                         Silvio Berlusconi

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 Ricorda, il 19 settembre a Roma, la manifestazione ‘civica’ per la libertà di stampa in Italia.
 

 L’informazione non si fa mettere il guinzaglio.

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Per Abdallah

 Ritorno sulla vicenda di Abdallah Lakhdara, condannato a 4 mesi di reclusione per resistenza nei confronti di alcuni vigili urbani a Brescia.
 
 
Secondo vari testimoni, fra i quali la socia del signor Lakhdara in una ditta di ristrutturazioni edili, sarebbero stati i vigili ad aggredire Lakhdara, come dimostrerebbe anche la prognosi del pronto soccorso (10 giorni per contusioni e un trauma cranico, più due settimande di collare).
 
 
Come cittadino, avevo scritto una lettera aperta al sindaco di Brescia, sollecitando maggior chiarezza sulla vicenda. La lettera è stata ripresa da alcuni blog, ma non dai giornali e, al momento, i destinatari non hanno ritenuto di dover rispondere.
 
 
Voglio allora ripubblicare un testo che ho trovato sul blog unastanzatuttaperme, intitolato, semplicemente, Per Abdallah. Il contenuto e il tono mi hanno molto colpito.


 Per Abdallah
 dal blog unastanzatuttaperme
 
 
Brescia è una città che mi ha accolto. La cosa peggiore che
possa capitare a chi sia costretto ad andare via dalla propria casa e dalla
propria terra, è la possibilità di non essere accolto. Verrebbe facile dire che
ora Brescia picchia. Picchia gratis, deride, sputa chiunque non sia
esteticamente consono a degli stereotipi obsoleti, non accoglie più. Viene
facile cadere nel qualunquismo e dire che Brescia, oggi, ha sollevato mani
pesanti su un algerino che andava alla moschea per il primo giorno del Ramadan.
Brescia non vuole che si mangi sui prati, che si beva sui prati, che ci si
sieda sugli scalini di una chiesa, di un monumento. Brescia ora è solo immagine
e nessun contenuto.
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A/H1N1: la posizione dell’Associazione culturale pediatri

 La posizione dell’Associazione culturale pediatri sulla nuova influenza A/H1N1
 Lettera aperta ai politici, ai professionisti delle salute e
ai mezzi di comunicazione

 da Quaderni acp
 

 Quello che sappiamo per certo di questo nuovo virus
influenzale A/H1N1, è che per ora si è dimostrato meno aggressivo della comune
influenza stagionale. Diventa perciò difficile capire perché sia stato
dichiarato lo stato di pandemia modificando addirittura i criteri della
definizione (è scomparsa ad esempio l’elevata mortalità), come spiega Tom
Jefferson della Cochrane vaccines field in un’intervista a Spiegel. Nessuno è
però in grado di dire se in futuro questo virus si modificherà e diventerà
pericoloso. Il suo comportamento, come quello di tutti i virus, è assolutamente
imprevedibile.
 
 
La bassa mortalità, ossia quanti morti rispetto ai casi,
riscontrata finora nei paesi dove l’A/H1N1 è già circolato ampiamente (dello
0,3% in Europa e 0,4% negli USA), potrebbe essere in realtà ancora inferiore
perché facilmente diversi casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza e
alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause presenti e non al solo
virus.
 
 
I sintomi della nuova influenza sono assai generici (febbre,
tosse, raffreddore, dolori muscolari, malessere, vomito o diarrea) e, come
quelli dell’influenza stagionale, possono essere causati da molti altri virus o
batteri. Questo è uno dei motivi per cui il fenomeno “influenzale”, nel suo
complesso, viene generalmente sovrastimato. Continua a leggere

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Un ex naziskin al vertice di Ama [da Giornalismo Partecipativo]

 Monnezza
 Pubblico, copincollandolo dal sito Giornalismo Partecipativo, un articolo di Martino Mai, che racconta la storia di Stefano Andrini, ex naziskin nominato amministratore delegato dell’Ama (la società che si occupa dei rifiuti a Roma) dal sindaco Alemanno.
 Credo che spieghi molto bene le conseguenze di certi meccanismi di deriva verso l’estrema destra oggi in corso in Italia.
 
 
Un ex naziskin al vertice di Ama
 di Martino Mai

 Il nuovo amministratore delegato della società Ama che si
occupa dei rifiuti a Roma è Stefano Andrini. Perché il sindaco Alemanno ha
scelto proprio lui? Evidentemente per il suo curriculum: una condanna a 4 anni
e otto mesi per tentato omicidio, una militanza ventennale tra i naziskin
romani, una aggressione (in compagnia di suo fratello) a colpi di spranga ai
danni di due ragazzi finiti in ospedale e in coma, la convinta celebrazione
nella città di Wunsiedel del delfino di Hitler Rudolf Hess, ecc… Continua a leggere

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Silvio denuncia

 

 
 Tutti a Roma il 19 settembre a manifestare per la libertà di stampa.
 E chi a Roma non potrà andare, provi a inventarsi qualche altra iniziativa in giro per l’Italia.
 Dopo la richiesta di risarcimento milionario a Repubblica per aver osato porre 10 domande (+ 10) a sua maestà, ecco la citazione per danni (sono stati chiesti 2 milioni di euro per «lesa dignità») scagliata contro l’Unità, o meglio contro le sue giornaliste (tutte donne) Concita De Gregorio, Natalia Lombardo, Federica Fantozzi, Maria Novella Oppo, Silvia Ballestra.
 Il re è nudo e questo, mi consenta, è sufficiente a coprirlo di ridicolo, ma mentre la «dignità» offesa del premier affonda negli scandali, l’«utilizzatore finale» delle escort (secondo la definizione del suo avvocato!) mena colpi qua e là, cercando di trascinare con sé i suoi detrattori (le sue detrattrici).
 Muoia Sansone con tutti i Filistei! Continua a leggere

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Danzica, appunto

 Palle (di cannone)
 Ieri scrivevo alcune righe sulla seconda guerra mondiale, prodotto inevitabile dell’ideologia nazifascista.
 Non pretendo che con la sconfitta di Germania, Italia e Giappone la democrazia abbia trionfato.
 Nel bene e nel male, però, l’Europa del secondo dopoguerra aveva saputo costruire strumenti rappresentativi e servizi pubblici gratuiti di qualità.
 Dello smantellamento dello stato sociale si è detto tante volte ed è, purtroppo, un fenomeno mondiale.
 Dello smantellamento del sistema della rappresentanza abbiamo ampie prove in Italia, dove le derive in senso "governista" tengono banco da anni nella politica nazionale.
 Dal proporzionale si è passati al maggioritario. Qualcuno avrebbe voluto trasformare il maggioritario in bipartitismo. Si parla contnuamente di governance, di presidenzialismo e di maggiori poteri per l’esecutivo.
 Si vorrebbe eliminare una delle due Camere parlamentari, oppure sostituire il voto dei deputati con quello dei loro capogruppo, inventando la categoria dei «rappresentanti dei rappresentanti» dei cittadini.
 Il tutto nella cornice di un gigantesco conflitto di interessi e di una concentrazione di poteri
, politico e mediatico, che non ha eguali nel mondo occidentale. Continua a leggere

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Meditate che questo è stato (Primo Levi)

 

 Oggi,
settembre, è stato il settantesimo anniversario dell’aggressione nazista alla
Polonia
, il primo vagito della seconda guerra mondiale, probabilmente l’esperienza
bellica più devastante dell’intera storia del genere umano, non solo per
l’altissimo numero di morti, militari e soprattutto civili, ma per la
tipologia, la natura, la quantità dei massacri, degli eccidi, dei crimini
contro l’umanità.
 
 La seconda guerra mondiale ha
coinciso con l’accelerazione dei progetti di sterminio del popolo ebraico da
parte di Hitler. Ha visto affermarsi l’uso su larga scala dei bombardamenti a
tappeto
contro obiettivi civili, una pratica inaugurata nel ’36 in Spagna dai
nazifascisti e replicata negli anni ’40 tanto dall’aviazione tedesca, quanto da
quella alleata. Ha visto succedersi gli eccidi di civili, passati per le armi
in risposta alle azioni dei partigiani. Si è conclusa, infine, con gli unici
bombardamenti atomici mai condotti, nella storia, contro bersagli umani.
 
 La seconda guerra mondiale, che
pure non raggruppa tutti i buoni da una parte e i cattivi dall’altra
(molteplici furono gli interessi di parte dei “buoni”, le cui intenzioni vanno
spogliate di un’eccessiva retorica), non fu una casualità, bensì la
conseguenza ineluttabile delle ideologie fascista e nazista
, che ne
contenevano, sin dall’inizio, i germi. L’Italia di Mussolini doveva «tornare» a
costruire un impero, come al tempo degli antichi romani, e il Duce aveva
bisogno «di qualche migliaio di morti» per sedere «al tavolo di pace»
, una volta
finita la guerra. Continua a leggere

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