Gentile signor Renzi,
noi due abbiamo in comune due cose: l’età, innanzitutto (io a dire il vero sono nato un giorno prima), e poi il fatto che passeremo la fine dell’anno in Valle d’Aosta.
Io ora vivo in Puglia, a Mesagne, ma in Valle d’Aosta sono cresciuto, ho frequentato le scuole, dalla materna (l’asilo, si diceva allora) fino alla quinta liceo, ho incominciato a munirmi di quegli strumenti intellettuali e culturali con cui oggi osservo e “giudico” il mondo.
Ho incominciato a credere in quei valori, democratici, occidentali, nei quali anche il suo governo afferma di credere, i valori espressi dalla Costituzione italiana, per intenderci, quella Carta che alcuni vorrebbero straccia, o quantomeno sottoposta a pesanti revisioni.
Ho incominciato a credere nello Stato sociale, nelle conquiste dei lavoratori, a pensare che certi traguardi, una volta raggiunti, erano ormai assodati, erano punti di partenza per ottenere altre conquiste, altri diritti.
L’ho anche espresso in versi, nel mio libro «Cianfrusaglia»:
Catena di smontaggio
Credevamo che fossero conquiste
per sempre; basi da cui partire
per ottenere altri diritti;
che il progresso e la civiltà
marciassero appaiati.Un pezzo alla volta, le garanzie
sono state smontate
per trasformarci in corpi da fatica:
alle nostre giornate
è stato tolto il luccichio del sogno.Ora, mentre t’affanni
per dimostrare d’essere padrone
della tua vita, fischia
– come si fa col cane – il tuo padrone
vero: comincia il turno
straordinario, che sottrae al riposo,
ad affetti e interessi,
al semplice cazzeggio tempo umano.
In Valle d’Aosta ho incominciato a pensare che lo Stato trovi, possa trovare, legittimità e fondamento solo nell’essere al servizio della popolazione, e nel permettere a quella popolazione di essere Stato attraverso la partecipazione alla vita politica del Paese, ciascuno con le proprie idee e proposte, ciascuno con il proprio voto, pesante come quello di chiunque altro.
In queste cose, io credo: che un malato vada curato anche se non si può pagare le cure, che un bambino meriti una scuola veramente «buona» e che questa scuola debba essere gestita dallo Stato, che questo Stato non debba usare i soldi pubblici per finanziare gli istituti privati.
Credo che un lavoratore diventato ormai vecchio non debba essere costretto a reinventarsi e trasformarsi in venditore di prodotti porta a porta, o cose del genere, né debba rinunciare alla sicurezza della pensione se non ha voluto alimentare gli affari dei fondi d’investimento mettendo i soldi suoi per una pensione integrativa privata.
Credo che chi mette mano alla Costituzione per renderla più “moderna”, ovvero in linea con i dettami del pensiero liberista sia complice/colpevole di danneggiare l’interesse comune, a vantaggio del portafoglio di pochi.
Perché i soldi ci sono, bisogna vedere come si preferisce usarli.
Io credo che chi indossa la tuta mimetica, cementa ulteriormente l’amicizia con Stati terroristi, dall’Arabia Saudita all’intoccabile Israele, porta avanti lo sciagurato acquisto degli F 35 americani, non abbia nulla a che fare con la costruzione e la ricerca della pace.
Credo, signor Matteo Renzi, di avere diritto in quanto valdostano, anche se come lei sono qui solo per qualche giorno, di dirle con semplicità che non gradisco la sua presenza in Valle d’Aosta, per le responsabilità che le riconosco nel costruire un modello di Italia meno solidale, meno democratico.
C’è chi si affannerà a significarle il suo benvenuto. Io invece preferirei non venisse, e ci tengo a dirglielo.
Con nessunissima stima,
Mario Badino
Cittadino italiano
Caro Mario
Come non condividere? Tra l’ altro il Renzi è anche un sostenirotre degli inceneritori, di cui in Valle d’ Aosta abbiamo chiaramente detto che non ne vogliamo sapere…
Sì, nella lettera ho scritto solo alcune delle cose per cui ritengo il ruolo di Renzi deleterio per il Paese. Gli inceneritori sono un altro buon motivo!