Di fronte al dramma di Haiti è logico provare dolore e un senso di umana impotenza.
I 5 mila marines inviati da Obama fanno pensare a come sarebbe il mondo se – almeno per ciò che è di competenza umana – cercassimo di aiutarci gli uni gli altri, invece di ucciderci a vicenda.
I 5 mila marines inviati da Obama non giustificano in alcun modo, né ci portano a perdonare, le migliaia di loro commilitoni impegnate, in Iraq e in Afghanistan, a bombardare la popolazione civile.
Il dramma di Haiti, in ogni caso, ha la forza di muovere a pietà le coscienze occidentali, leghisticamente rinserrate su se stesse. Succede spesso, di fronte a immani catastrofi naturali. Era stato così anche per Bush con lo Tsunami (ma sarebbe interessante conoscere l’entità dei fondi stanziati dopo i proclami del momento).
Sarebbe facile domandarsi perché un terremoto fa tanta pena e una guerra no.
Sarebbe opportuno chiedersi perché i «negri» di Rosarno, ormai scalzati dai fatti d’oltre oceano (come previsto dalle "regole" della televisione) non facciano altettanta pena di quelli di Haiti.
Ha scritto Norma Rangeri, sul manifesto del 16 gennaio (e non si potrebbe dirlo meglio): «L’inferno di Haiti espelle dalle prime pagine la piaga dolente di Rosarno. Commuoversi per i neri dell’isola lontana, per tutti quei bambini senza più famiglia, non costa nulla. Daremo il nostro obolo, il premier in seconda, Guido Bertolaso, sbarcherà tra gli haitiani superstiti per portare aiuto e assistenza. Più complicato rendere concreta la solidarietà e l’impegno per i neri di casa nostra, per quel bambino lasciato in Africa dalla madre che raccoglie i nostri mandarini, o per i piccoli che nascono in Italia, prematuri e poveri. Rosarno è capitolo chiuso, fino al prossimo scontro tra neri e bianchi del belpaese».
Capitolo chiuso, ferita aperta.
PS. Per oggi (16 gennaio) su Facebook era stata indetta una «Manifestazione antirazzista di massa». 154.479 gli invitati confermati; 67.994 gli indecisi. La pagina dell’iniziativa ha ricevuto, purtroppo, la visita di razzisti, fascisti e cretini, che hanno cercato di disturbare pubblicando foto non in tema (erotiche o raffiguranti nudi maschili e femminili), ma soprattutto immagini razziste, inneggianti alla necessità di «difendersi» da presunte invasioni, paventando un progetto di sottomissione dell’occidente da parte delle popolazioni che vivono ai suoi margini, in puro stile invasioni barbariche…
Mica gli basta, ai fascisti, il controllo pressoché totale dei grandi media.
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