Il No-B Day in Giordania

 
 Quello che segue è un nuovo resoconto di viaggio di Arnela e Luca (che considero ormai veri e propri «inviati del blog»), che hanno attraversato il Kurdistan per giungere in Giordania, lungo un itinerario che si sta precisando soltanto al momento di percorrerlo. Mi sembra che tutto ciò sia nello spirito del «camminante», personaggio immaginario, o reale, cui è intitolata una sezione di questo blog, sotto le vesti del quale si cela chi vuol vedere con i propri occhi e con i propri piedi che gli esseri umani sono gli stessi in ogni angolo del mondo o, all’inverso, che ci son genti e culture infinitamente più sagge della nostra, da cui avremmo interesse a imparare. È, più semplicemente, lo spirito di chi mette terra sotto i piedi per il gusto di andare, vedere, scoprire «la luna piena nel deserto di sabbia rossa».

 

 E dalla Giordania Arnela e Luca (come dimostrano le foto – le più piccine cliccabili) hanno trovato il modo di partecipare al No-B Day. Suppongo che da lontano quest’italietta aggrappata alle smorfie siliconate di un vecchio clown come alle parole di un profeta appaia ancora più volgare e patetica…
 
 Siamo tutti nomadi
 
di Arnela
 


 È davvero difficile immaginare la neve che dite ci sia dalle nostre parti. Il dio dei viaggiatori ci ha regalato finora tanto tanto sole…
 L’ultima nostra mail risale a Damasco… ed è da lì che abbiamo preso il volo verso un viaggio più profondo, autentico, il viaggio che ti cambia.

 Partiamo, come da rituale, dagli incontri, dall’incontro. Aitor, un po’ basco e un po’ nomade, che sta "rientrando" a casa dopo due anni di giro per il mondo, per terra e per mare.
 Abbiamo abbandonato l’idea del Libano quasi per caso ed ora ci rendiamo conto che forse è stato qualcosa di più…
 Ci siamo immersi insieme nel regno di Giordania, nella Giordania dei palestinesi e in quella dei beduini. Amman e le altre città sono infatti abitate (e costruite) dai palestinesi che dal ’48 in poi si sono spostati da questa parte del fiume. Questo è l’unico Paese che gli permette di avere la nazionalità e il passaporto. Sono qui da almeno tre generazioni e per molti di loro vedere la loro terra è solo un sogno. La natura invece, le montagne, i deserti e i mari, appartengono ai beduini.
 Ci siamo lasciati trasportare dall’autostop, dal caso e dagli inviti in molti pezzi di questa terra così ospitale. Abbiamo trovato sorrisi di bambini e anziani, materassi e ottimi cibi ovunque.

 Sul Mar MortoCenare con le mani

 Pensavamo di lasciare Amman solo per qualche giorno e invece… dopo un bagno nel Mar Morto, la massima depressione terrestre, ci siamo ritrovati a piantare pomodori, lavarci in una sorgente termale (d’acqua dolce che dopo il Mar Morto non è male…) e dormire sotto le stelle, accanto al campo. Incredibile pensare che soltanto il giorno dopo eravamo ospiti di una ricca famiglia che aveva abbandonato la tipica tenda beduina per una casa, moderna ma tradizionalissima. Il padre era stato la guardia del re Hussein per 25 anni. Il giorno dopo ci siamo trovati a cena da un’altra famiglia ancora, nel villaggio di Dana, a mangiare con le mani, alla loro maniera, tutt’altro che facile.
 Il tempo si è magicamente dilatato e ci ha regalato nuove forme. Tante le albe e tanti i tramonti: un giorno in più o un giorno in meno? È a partire da qui che i nodi si sciolgono…
 
 Nei posti più turistici, come Petra, in cui abbiamo dovuto optare per una pensione, siamo stati praticamente individuati dai beduini come "travellers" e non "tourists" e abbiamo condiviso con loro fuoco, caj e tabacco. Petra ha in sé qualcosa di magico. Trovarsi sotto la facciata del Tesoro toglie il respiro. È il mondo lasciato dai nabatei di cui ci parlavano gio e chanti in una mail.

 


 Un’altra famiglia beduina, numerosissima e meravigliosa, ci ha fatto vivere insieme a loro l’Id-al-Adha, la festa del sacrificio, una delle più importanti feste islamiche. Sono stati due giorni intensissimi, ci hanno davvero coccolati, tutti, da Sultan, il più piccolo, alla bisnonna che non ci sentiva.
 I tatuaggi del suo viso, tipico delle donne beduine, si perdevano tra le rughe ma i suoi occhi erano ancora vivissimi.
 
 In tutto questo io ho avuto la possibilità di vivere sia con gli uomini che con le donne, vivendo in fondo queste due parti di me. Ho ballato con le ragazze prima di dormire e ho fatto loro compagnia mentre si nascondevano per fumare o per telefonare agli habibi, di cui i fratelli non possono sapere.
 
 I beduini amano la loro terra, apprezzano la loro vita semplice. Si meravigliano di fronte alla luna ogni notte. Vivono in famiglie numerose (25-30 persone), eppure ognuno di loro si sente qualcuno, un pezzo importante della tribù. Vivono con persone di ogni età ed ogni età ha un ruolo. E… abbiamo davvero invidiato i loro rapporti intergenerazionali.
 Abbiamo visto com’è semplice fare il fuoco, com’è semplice fare figli, com’è semplice viaggiare.
 
 Ancora tre giorni in spiaggia, ad Aqaba, sul mar rosso. Nella tenda piena di sorprese di Ashraf e in compagnia di una famiglia del nord della Giordania, anche loro di origine palestinese. Fare il bagno completamente vestiti… divertente (ma anche uno sbattimento). La barriera corallina. E poi la luna piena nel deserto di sabbia rossa, il wadi Rum, il più bel deserto che si può immaginare.
 
 Nessuno di voi conosce il nostro prossimo passo…chi indovina riceverà un cammello [non so se vale anche per i lettori del blog, ndr]. La gara è aperta. Siamo curiosi… Attenti ai trabocchetti.
 
 Vi abbracciamo,
 Arne e Lu


 Di Arnela e Luca leggi anche:
 
Visto negato
 Appunti da Diyarbakir
 Viaggio a est


 Le foto di questo articolo sono di/ritraggono Arnela e Luca.
 Quella d’apertura è stata scattata all’anfiteatro romano di Amman.
 Le due successive non le so localizzare. 
 Seguono, nell’ordine, Arnela sulle rive del Mar Morto; una cena con le mani nel villaggio di Dana; un memo beduino (mi è stato presentato così, immagino sia un musico o un cantastorie); il
Tesoro del Faraone di Petra; Luca "beato tra le beduine".
 Tutte le foto più piccole sono ingrandibili con un semplice clic.

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4 risposte a Il No-B Day in Giordania

  1. faz scrive:

    che delusione!!!
    il No B day, spacciata per grande novità, in realtà non aggiunge nulla che già non sapessimo riguardo alla politica italiana: l’opposizione si basa sull’antiberlusconismo e spera di eliminare il Cavaliere con l’aiuto delle toghe rosse. E Silvio avrà sempre buon gioco nel mantenere dalla sua la maggioranza del paese

    Spatuzza e il No-B Day : la strana alleanza contro Berlusconi

  2. Mario scrive:

    Sarebbe stato assurdo aspettarsi che una manifestazione potesse fare chissà che. Io non credo che una mobilitazione di piazza possa portare a una politica diversa. La mobilitazione – per raggiungere tali risultati – dovrebbe essere permanente e non mi sembra che oggi in Italia ci siano le premesse. Berlusconi è un grande male, ma non è l’unico male del Paese e, soprattutto, il sistema (il liberismo e i poteri forti tutti) non si riassume in Berlusconi. Se poi l’alternativa al (poco) cavaliere dev’essere Bersani, sai che allegria! Però questa manifestazione andava fatta. Ogni colpo dato a Berlusconi è benvenuto. Esiste una marea di cose da fare senza crearsi false aspettative. Ma sarebbe assurdo non farle…

  3. lei ha fornito qui con une buone informazioni.

  4. Mario scrive:

    Grazie, anche se mi sono limitato a riportare il racconto di viaggio di Arnela e Luca.

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