Camminante

Camminante

Dice un’antica leggenda che in origine il mondo era una sfera liscia, ricoperta in maniera uniforme di ciottoli piatti. Furono gli esseri umani a dargli la forma attuale, premendo con il loro corpo e scavando solchi con i loro passi, finché le linee divennero strade e i ciottoli terra. Essi portarono la vita battendo e calcando la pietra, giacendovi sopra, sudando, ingrassando la ghiaia col seme, l’urina, il sangue e gli umori, i primi denti, le unghie e saliva, il muco e i capelli, le feci e infine gli avanzi del pasto che l’Angelo di Dio poneva sulla loro mensa.
 
 Vagando continuamente, i primi umani popolarono il mondo in ogni sua parte. Dapprima la loro presenza fu esca agl’insetti e agli uccelli, quindi comparvero gli altri animali, che popolarono tutti gli ambienti. La vita cominciò a brulicare e, dopo la morte, i corpi delle creature concorsero a formare l’ossatura dei monti e delle colline.
 
 Oggi che
donne e uomini siedono e amano in macchina, a casa e in ufficio, il camminante ricalca i passi degli antichi e, solitario, ne porta avanti il compito. Senza saperlo, s’inventa sciamano. Venera il bosco come cosa bella, preme il sentiero di montagna, assapora l’onda del mare e gli ulivi, lungo le vecchie piste d’asfalto, coi tronchi scuri e nodosi. Osserva benigno rovine e castelli, le vie romane e i ponti: è affetto da nostalgia universale. Come se non bastasse, avverte il proprio corpo che vive e il vento contro la pelle. Il camminante comprende che le nostre membra han costruito il mondo e che ogni sua ferita contribuisce a ucciderci.
 
 Perciò questa sezione, in cui racchiudo i miei itinerari. Sarò poi felice di accogliere testi altrui, per condividere le strade di altre e altri camminanti, a mo’ di pretesto per invitare al viaggio.


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Il Camminante
 Passeggiata Moulin-Brissogne
 Esco a fare due passi
 Due passi sopra la città
 Il villaggio abbandonato di Barmaz
 Villeneuve-Châtel Argent

 Passeggiata Mesagne-Latiano
 Aosta da est a ovest (ma solo fino al centro)


 La foto di questo articolo è di Silvia Rinaldi.

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