Applicate l’art. 11 della Costituzione (o ripristinate il vecchio nome “Ministero della Guerra”) – Firma la mia petizione su Change.org)

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Pubblico di seguito il testo della mia petizione online «Applicate l’art. 11 della Costituzione (o ripristinate il vecchio nome “Ministero della Guerra”)», indirizzata al Presidente della Repubblica, al Parlamento italiano, al Governo italiano e al Ministero della Difesa, e pubblicata su Change.org [puoi firmare QUI].

Si tratta di una petizione nuova (perciò non l’avete ancora firmata), anche se in realtà è un secondo tentativo.

In tempi di guerra, credo che il non prendere posizione sia un “atto” di complicità. Per questo invito tutte e tutti a firmare, almeno per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che non può essere ignorato.

Il testo della petizione:

Al Presidente della Repubblica, al Parlamento italiano, al Governo italiano e al Ministero della Difesa

Applicate l’art. 11 della Costituzione (o ripristinate il vecchio nome “Ministero della Guerra”)

Negli ultimi anni l’Italia è stata impegnata in scenari di guerra molto lontani dai propri confini. Tali missioni sono state giustificate talvolta con l’avallo dell’ONU, talaltra definendole «umanitarie» o «di pace».

Portare la pace con le armi, tuttavia, è un’idea un po’ strana della pace.

Degli ultimi conflitti hanno fatto le spese migliaia di civili innocenti, i cosiddetti «effetti collaterali» delle armi “intelligenti” di cui gli eserciti occidentali sono dotati. Armi che hanno colpito in Iraq, in Afghanistan e in Libia, per non citare che i principali fronti dell’intervento italiano.

Armi che continuano a colpire, in quella che è stata definita «guerra permanente», che oggi si rivolge alla Siria e al cosiddetto Stato islamico, e, se non prevarrà il buon senso, verso la Russia.

Armi che i contingenti occidentali hanno potuto utilizzare anche grazie all’appoggio italiano, sia per il ruolo logistico svolto dalla Penisola, sia per l’attività di individuazione degli obiettivi da colpire che ufficiali italiani hanno condotto insieme a ufficiali alleati, sia per l’aver permesso ad altri eserciti di spostare i propri soldati nelle zone di combattimento, sostituendoli nelle operazioni di pattugliamento. Non da ultimo, è da considerare il ruolo delle aziende italiane, eventualmente partecipate dallo Stato, nella produzione e vendita di armi.

Alle vittime nei Paesi teatro delle operazioni militari sono da sommare ovviamente i caduti italiani, che dimostrano, più di ogni parola, che l’Italia è in guerra.

Nel frattempo, le strade delle nostre città si sono riempite di blindati in esercitazione, che sfilano davanti a bambini e ragazzi, e nei cieli di alcune regioni è consuetudine sentire sfrecciare i caccia bombardieri.

L’Italia, infine, si sta attrezzando per le guerre future, acquistando numerosi F35 americani, apparecchi cui difficilmente può essere attribuita una finalità difensiva.

I firmatari di questa petizione chiedono alle Istituzioni italiane di applicare fino in fondo l’articolo 11 della Costituzione italiana, che «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

In alternativa, si fa richiesta a dette Istituzioni di ripristinare la denominazione «Ministero della Guerra», facendo così chiarezza sulla reale natura reale delle «missioni» italiane nel mondo.

Puoi firmare QUI.

>>> L’immagine di questo articolo è un fotomontaggio di Paolo Rey, a partire da un disegno di Danilo Cavallo.

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