Puglia avvelenata. Peacelink scrive al Commissario europeo (1)

ilva
Pubblico in due puntate il testo italiano delle lettere inviate dall’associazione PeaceLink al nuovo Commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella. La prima, datata 15 novembre, ha per argomento l’Ilva di Taranto; la seconda, del 19 novembre, l’area industriale di Brindisi (a due passi da dove mi trovo).

Comincio con Taranto.

Per il Commissario all’Ambiente Karmenu Vella

Egregio Commissario,

a nome di Peacelink, desideriamo congratularci per il suo recente incarico di Commissario per l’Ambiente, gli Affari Marittimi e la Pesca e allo stesso tempo cogliamo l’opportunità per presentarci.

La nostra associazione ha lavorato molto attivamente sulla questione dell’inquinamento provocato dalle emissioni dell’impianto siderurgico ILVA di Taranto, in Italia, e ha portato avanti una convinta azione con la Commissione Europea per denunciare la questione, fornendo aggiornamenti quotidiani della situazione reale sul posto.

Abbiamo sostenuto le nostre azioni in Europa con il materiale che è servito alla Istituzione di cui è parte, attraverso il Commissario Potocnik, per lanciare due procedure di infrazione contro l’Italia, e di recente il parere motivato sul non rispetto da parte dell’ILVA delle norme europee:

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-1151_en.htm

L’ILVA è il più grande stabilimento siderurgico d’Europa e ha mancato, secondo la Commissione, di operare in conformità alla legislazione europea in materia di emissioni industriali, con conseguenze potenzialmente serie sulla salute umana e sull’ambiente.

La Commissione Europea ha mandato all’Italia due lettere di messa in mora, nel settembre del 2013 e nell’aprile del 2014, esortando le autorità italiane a prendere le disposizioni necessarie per mettere la produttività dell’ILVA a norma e in regola con la direttiva europea sulle emissioni industriali e con l’altra legislazione europea in materia ambientale.
Ma le infrazioni alla legge sono rimaste e importanti deficienze, come il mancato rispetto delle condizioni stabilite nel permesso di produzione (AIA), rendono l’ILVA uno stabilimento pericoloso per i suoi operai e per la città di Taranto.

Le emissioni incontrollate che fuoriescono dagli impianti continuano a generare impatti negativi sulla salute e sull’ambiente. Siamo sicuri che Lei, Commissario, sappia bene cosa l’ILVA rappresenti per Taranto e sia a conoscenza delle diverse e numerose questioni che sono legate alla produzione dello stabilimento: inquinamento, malattia, morte, come riportato nella documentazione prodotta dalla Magistratura italiana.

In linea con la nostra attività e con l’importanza che riveste il ruolo chiave della Commissione Europea nella questione Taranto, ruolo che ha saputo garantire sottolineando la necessità dell’Italia di doversi conformare al rispetto del Diritto Comunitario a Taranto ai fini della protezione ambientale e dei diritti umani della popolazione, vogliamo assicurare alla Commissione che continueremo nella nostra azione e garantiremo il nostro supporto.

Invieremo presto al Suo Gabinetto le informative riguardanti gli ultimi sviluppi a Taranto e ci auguriamo che questo caso, simbolo del bisogno dell’azione dell’Unione Europea nel campo ambientale, continui a rappresentare una priorità per la Commissione Ambiente.

Cogliamo l’occasione per chiedere un appuntamento.

Distinti Saluti,

Per PeaceLink

Antonia Battaglia
Luciano Manna
Alessandro Marescotti

>>> Nella foto, uno scorcio dell’ILVA di Taranto.

>>> Leggi QUI il testo della lettera di PeaceLink sulla situazione di Brindisi.

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