Dalla foto risulta chiara una cosa: sono perplesso. Facciamo finta, per un istante, di trovaci in un Paese normale. Anzi, facciamo finta che esista un Paese normale e che quel Paese sia proprio l’Italia.
Immaginiamo che un importante politico, uomo degnissimo e dedito al bene del Paese, sia condannato per un reato contro il Paese, diciamo per frode fiscale.
C’è una sola ragione per cui quel signore non dovrebbe rispondere del suo reato?
C’è una sola ragione per cui a quel signore sia consentito frodare il fisco?
Si tratta della condanna di un politico, certo, di un politico influente, non discuto, un tipo che mezza Italia (bè, proprio mezza spero di no, a questo punto) continua a considerare il Salvatore sceso in Terra, ma in nessun caso questa condanna può essere interpretata come politica.
Frode fiscale, signore e signori e non, tanto per dire, incitamento alla resistenza nei confronti di qualche legge ingiusta. Dov’è la matrice politica?
Per salvare uno che è stato condannato per un reato che ha effettivamente commesso, insomma (e dobbiamo attenerci alla sentenza di condanna), si invocano grazia e amnistia, ci si rivolge al capo dello Stato, si scrivono e si dicono montagne di parole sui media (molti dei quali di proprietà del tizio, o a lui legati).
E allora mettiamo che un giorno io prema un po’ troppo sull’acceleratore e superi il limite di velocità. Mettiamo che ci sia un autovelox e che mi giunga a casa la multa. Sappiate che nel caso mi riserverò il diritto di invocare l’intervento del Quirinale per “risolvere” la questione. Perché tutta questa persecuzione nei miei confronti? Oltretutto, rispetto a quello commesso dal tizio, il mio sarebbe anche un reato meno grave.
il tuo commento a proposito di Berlusconi è veramente splendido e assolutamente condivisibile; come sempre sei un fenomeno di arguzia e simpatia, compimenti! Giorgio
P.S. ti ricordi l’incontro nella piazza Chanoux? Oggi sei il più famoso poeta d’Italia