Il valore di una lettera aperta

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Ho contribuito
alla stesura di una lettera aperta ad Antonio Ingroia (che invito tutt* a sottoscrivere).

Il fine dichiarato del mio scritto è esortare Ingroia ad accettare di buon cuore il suo trasferimento ad Aosta, una terra che potrebbe fornirgli più opportunità lavorative di quel che normalmente si crede. Questo ha fornito il pretesto per parlare dell’infiltrazione della ‘ndrangheta, del sistema di potere vigente, dell’inquinamento della Cogne e di quegli sprechi che gridano vendetta al cielo (o almeno alla Corte dei Conti).

Ho stima di Ingroia, ma una lettera aperta ha sempre uno scopo più ampio di quello “apertamente” espresso: nella fattispecie, più che invocare l’avvento salvifico dell’«uomo della provvidenza», ho colto l’occasione per parlare a tutti, in primo luogo ai valdostani, della situazione che si vive da queste parti.

Se un magistrato del livello di Ingroia arriverà ad Aosta (e preciso di non aver mai pensato che i magistrati attualmente in servizio in Valle non siano all’altezza dei loro compiti), questa sarà senz’altro una buona notizia, con buona pace di CasaPound che ha manifestato la propria contrarietà (un ottimo motivo per venire) e di tutte quelle persone che si sono sentite offese per il fatto che ad Antonio Ingroia l’idea di venire in Valle d’Aosta non fa piacere per niente.

L’importante, in ogni caso, è cominciare a parlare di certi temi. Anche considerando che sono in vista le elezioni regionali, che a fine maggio rinnoveranno il Consiglio regionale. ‘Ndrangheta, inquinamento, clientele e sprechi sono argomenti che non possono rimanere fuori della campagna elettorale, ed è interesse di tutti i cittadini porre domande precise in occasione dei comizi delle varie forze politiche.

>>> Firma la lettera aperta ad Antonio Ingroia.

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