Engineering: requiem per l’articolo 18

Ricevo e volentieri rilancio il comunicato di Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra Valle d’Aosta.

Solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della Engineering

La Federazione della Sinistra della Valle d’ Aosta esprime tutta la propria solidarietà ai lavoratori della Engineering, impegnati in difesa del diritto al lavoro contro licenziamenti che colpiscono, in particolare una lavoratrice madre.

Come denuncia in un comunicato Roberta Turi, segretaria nazionale della FIOM:

«Engineering ha capito che, per disfarsi facilmente di lavoratori assunti a tempo indeterminato, basta licenziarli alla fine di un dato progetto liquidandoli con la frase standard secondo cui: “non sono peraltro disponibili in Azienda differenti posizioni lavorative in cui poter utilmente impiegare il lavoratore/lavoratrice”. Facile e indolore. Tra i dipendenti si sta diffondendo una comprensibile preoccupazione».

«Da notare che la lavoratrice licenziata ha due figli di età inferiore agli 8 anni. Con la modifica dell’art. 18, le donne con figli in età scolare sono le prime vittime dei licenziamenti. Infatti, per aziende come Engineering sembra che le donne con figli piccoli siano un impaccio in quanto non possono essere a disposizione dell’Azienda a qualsiasi orario e in qualsiasi circostanza. E ciò accade in un Paese che è al terzo posto nella classifica stilata dall’Ocse per il tasso di donne disoccupate».

Non c’ è purtroppo da stupirsi che avvengano simili nefandezze. Fatti del genere chiariscono fino in fondo quale sia la portata e a quali conseguenze porti l’abrogazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. Un provvedimento fortemente voluto (e tuttora difeso) dal governo Monti  e dalla ministra Fornero (la quale, immaginiamo, al sentire una notizia di questo genere scoppierà in lacrime).

Un tema, quello della difesa del lavoro contro l’ arroganza di padroni come quelli della Engineering (un’ arroganza che abbiamo già visto operare due anni fa, proprio a Pont St. Martin) che vogliamo sia ben presente ai prossimi parlamentari valdostani. Ci auguriamo che le elettrici e gli elettori della nostra regione sappiano scegliere persone che hanno dimostrato, nei fatti, di essere sensibili a questi problemi. Siamo tornati al licenziamento “ad nutum”. Contro questa barbarie ravevamo raccolto più di un milione di firme per abrogarla con un referendum. Un referendum che ci è stato scippato con la chiusura anticipata della legislatura.

Vuol dire che le raccoglieremo un’altra volta. E questa volta saranno ben più di un milione…

Pontey, 21 febbraio 2013

Francesco Lucat
Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta

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