La lettera di Antonio Ingroia alla Cgil

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Se avessi il tempo, alla Cgil scriverei anch’io. Come iscritto. Per lamentare la deriva “moderata” che ha portato il primo sindacato d’Italia in braccio al Pd. Per chiedere, esigere, pretendere, dalla Cgil, una linea meno soft. Meno «responsabile». Meno disponibile a certi accordi con le imprese, al di là dell’eventuale buona fede di chi li considera «mali minori».

Se avessi il tempo, alla Cgil scriverei anch’io. Per lamentare che – tra tutti i candidati alla Presidenza del Consiglio – l’unico che non è stato invitato a parlare alla conferenza sul programma è stato proprio quello che più di tutti ha messo al centro della propria agenda elettorale i diritti dei lavoratori, la fine del precariato, la Costituzione italiana.

Non ho il tempo, ma la lettera che vorrei scrivere l’ha già inviata Antonio Ingroia. La copincollo dal sito di Rivoluzione Civile (Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale Unported) e ve la offro come riflessione sul vero «voto utile».

Buona lettura.

Cari amici della Cgil, ecco cosa vi dico
di Antonio Ingroia

«Care amiche e amici della Cgil, vi scrivo per riassumere ciò che avrei detto se  fossi stato invitato ad intervenire alla vostra conferenza sul programma, al pari degli altri candidati per la Presidenza del Consiglio». È quanto afferma, in una lettera aperta agli iscritti della Cgil, il leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia. «Rivoluzione Civile-Lista Ingroia – aggiunge – ha ben chiaro chi sono gli avversari da battere con il voto: Berlusconi, cioè la destra caciarona e impresentabile, e Mario Monti, rappresentante numero uno di quei professori in loden che hanno deciso la drammatica controriforma delle pensioni. Quella ‘destra perbene’ ha colpito in maniera pesantissima tutti i lavoratori e i pensionati, ma soprattutto le donne, ha creato la tragedia sociale degli esodati, ha cancellato l’art.18 ha confermato e aggravato tutte le forme di precariato. In compenso, non ha saputo mettere in campo alcun intervento che incidesse sulle fasce privilegiate, sulla Casta politica, sugli immensi sprechi ben esemplificati dalle auto blu o dalla pletora di consigli d’amministrazione clientelari. Soprattutto, non ha fatto nulla, zero assoluto, quanto a  politiche industriali di ampio respiro. Invece mai come in questo momento, nel cuore della crisi, è urgente che ci sia un governo capace di offrire al Paese un indirizzo lungimirante sui settori strategici.

Sui capitoli da cui dipende la qualità della vita e il futuro del Paese – sanità, scuola, università, ricerca – la continuità tra i governi Berlusconi e Monti è totale. Continuano i tagli lineari, le privatizzazioni striscianti, la totale precarietà. In questa plumbea cornice si sono moltiplicati attacchi sempre più profondi contro i diritti e le libertà dei lavoratori. Siamo di fronte a un assedio che sta progressivamente riportando la condizione dei lavoratori e lo stato delle relazioni industriali indietro di un secolo e oltre. Il punto fondamentale, per me e per il mio programma politico, è invece – continua Ingroia – la piena e totale applicazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, prima di tutto in materia di libertà civili e sindacali. Ritengo fondamentale e imprescindibile la libertà per i lavoratori di votare sempre gli accordi che li riguardano, di votare sempre i propri rappresentanti e di potersi iscrivere liberamente al sindacato che vogliono.

La storia della Cgil è stata attraversata da discriminazioni e persecuzioni, ma alla fine ha saputo sempre sconfiggerle. Ha combattuto il regime fascista, ha ricostruito l’Italia con la spinta di Giuseppe Di Vittorio, ha emancipato la dignità di chi lavora con Bruno Trentin, ha battuto Berlusconi quando Sergio Cofferati vinse la battaglia per impedire la cancellazione dell’art. 18. Quelli che allora erano in piazza con voi e con noi, hanno votato oggi, senza batter ciglio, quell’eliminazione dell’art. 18 che non era riuscita 10 anni fa.

È dunque per me un impegno di grande valore democratico quello di assumere nel nostro programma l’approvazione di una legge per la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro e la cancellazione delle leggi Fornero sui licenziamenti e sulle pensioni. Ci impegniamo – prosegue la lettera – a combattere la precarietà cancellando le oltre 40 forme di contratto precario per i giovani considerando l’apprendistato come il vero contratto di inizio lavoro. Riteniamo utile, in questa fase di transizione, garantire un reddito minimo almeno per i periodi di vuoto retributivo e previdenziale. Oggi, come anche i dati della Cgil dimostrano, è possibile una scelta alternativa a quella di Berlusconi e Monti. Noi lavoriamo per questo: per un governo di centrosinistra che rompa con le logiche monetariste del fiscal compact, con quelle devastanti della guerra e degli armamenti, con un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente e la salute dei cittadini mentre ignora i diritti umani fondamentali. Tutto questo, però, non può essere fatto a braccetto con chi quei modelli sciagurati li ha teorizzati, perseguiti e praticati, come Berlusconi e Monti.

Proprio perché noi siamo disponibili alla costruzione di questa alternativa di governo, ma siamo altrettanto fermamente indisponibili a ogni accordo con chi persegue politiche opposte alle nostre, Rivoluzione Civile rappresenta oggi il vero voto utile per impedire che si realizzi il progetto sciagurato, già annunciato e temo per molti versi già deciso, di un governo Pd-Monti.

Non è questione di pregiudiziali ideologiche ma di scelte pragmatiche e concrete. Noi lavoriamo per l’unità del mondo del lavoro: la destra di Berlusconi e Monti si è adoperata e promette di adoperarsi ancor più in futuro per dividere e per isolare le forze sindacali che non accettano le loro condizioni. La destra italiana ha usato la crisi per distruggere il Contratto Nazionale, abolire l’art. 18, cancellare i diritti minimi per i giovani, abbattere le libertà dentro e fuori i luoghi di lavoro. Noi vogliamo marciare in direzione opposta. E l’autonomia dei sindacati dai partiti e dai governi è un valore da conquistare e da rispettare. Di tutto questo – conclude Ingroia – mi sarebbe piaciuto discutere con voi, ma sono sicuro che non mancheranno altre occasioni di incontro con i pensionati e poi nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, dove ogni giorno lavorate garantendo il funzionamento dell’Italia. L’obiettivo comune è quello di restituire al lavoro tutto il valore, tutta la dignità e  tutta la libertà necessaria per portare il Paese fuori dalle secche della recessione e della depressione».

Antonio Ingroia

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3 risposte a La lettera di Antonio Ingroia alla Cgil

  1. mario letta scrive:

    Questa lettera riassume in modo esemplare ed esaustivo il disagio e la condizione dei lavoratori in attesa di risposte concrete da tutta la classe politica.La necessità di vedere riconosciuti e rappresentati i fondamentali diritti espressi dalla costituzione ed il bisogno di speranza per il futuro sono imprenscindibili.La barbarie del lavoro perpetrata negli ultimi anni va combattuta e superata.

  2. Molto bene, dott. Antonio Ingroia, finalmente un “grande ” uomo italiano che ha dato voce a tutti gli italiani , giovani e non solo giovani: condividiamo e sosteniamo il programma di Rivoluzione civile per cambiare la nostra Italia. Conto su di Lei, garante della nostra Costituzione e del futuro dei nostri figli. Buon lavoro dott. Ingroia, anche ai suoi collaboratori.

  3. Belle parole. .Sign Ingroia lei hai scritto quello che tanti hanno nel cuore ma mi chiedo :la speranza c è ancora ? Cosa sperare in una nazione dove il popolo è stato schiacciato da chi lo doveva sostenere? Ci hanno tolto la la dignità del lavoro , hanno tolto la speranza di un futuro ai giovani, hanno rubato anni di vita ai lavoratori(vedi riforma Fornero sulle sulle pensioni) e ci hanno ridotto alla fame . Belle parole sign Ingroia..ma solo parole .tante parole che non mi aiutano :io non spero più.

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