Dal momento che l’unica buona novità con Monti al posto di Tremonti è di tipo stilistico (te la metto in quel posto, ma lo faccio senza tanta cagnara e, vuoi mettere?, senza portarmi appresso la corte dei miracoli, i nani e le ballerine…) l’idea del Presidente del Consiglio di battezzare «Salva Italia» il decreto del governo mi dispiace due volte: la prima, naturalmente, per i contenuti (tartassiamo i soliti, sul “paghi di più chi ha di più” si era solo scherzato, se siete pensionati – o speravate nella pensione – sono fatti vostri), la seconda per il linguaggio.
Decreto «Salva Italia»: grande titolo da giornale sensazionalista, umile come il “World Show” di Checco Zalone, volgare come i precedenti decreti dei precedenti governi. Forse perché, se manca la sostanza, non sempre lo stile riesce a sopperire.