Rai 3 Valle d’Aosta: Vietato ai minori!


Sì, lo so bene
che un titolo come questo può sembrare un artificio per aumentare le visite, ma l’espressione «Vietato ai minori», che titola il comunicato di Legambiente Valle d’Aosta che mi accingo a pubblicare, è più che giustificata. Ancora una volta, si trova ammissibile che in televisione, in orari e “fasce” non protette, siano esibite la violenza e addirittura l’uccisione; gli unici scrupoli che ci facciamo riguardano il sesso (peraltro – il che è ridicolo, o per meglio dire ipocrita – in un sistema televisivo decisamente sessualizzato).

Programmi Regionali della RAI – Vietato ai minori?
Comunicato stampa del Circolo valdostano di Legambiente

Mercoledì 2 novembre alle ore 20, in una fascia oraria per spettatori di tutte le età, è andato in onda un filmato a cura dei servizi Rai della Valle d’Aosta, che ha avuto sicuramente un impatto diseducativo più forte di una scena gratuita di sesso.

Era una scena di caccia. O meglio era una esaltazione della caccia, presentata come una attività piena di fascino, e soprattutto era evidente la volontà di celebrare l’uccisione di un cervo.

L’esibizione del cervo morto, da immortalare come trofeo, ci ha richiamato alla memoria una scena vista di recente con protagonista un altro essere, questa volta umano: l’ex dittatore libico Gheddafi.

Non possiamo, in qualità di utenti di un servizio pubblico, accettare che venga esaltato questo tipo di approccio agli animali e, ancor meno, che venga presentata l’uccisione di un essere animale – così come quella di un essere umano – come un fattore di “vincita”, come un trofeo da esibire.

Tutto questo in un orario “protetto” dove il buon gusto, se non anche la logica, sconsiglierebbe tali visioni a un pubblico non adulto: non solo perché alcune immagini erano disgustose, ma soprattutto perché il messaggio di violenza proposto (anche esulando dal tema della caccia) non era educativo.

Aosta, 4 novembre 2011

>>> Dev’esserci davvero un rapporto profondo tra protesta ed esposizione del corpo se anche gli animali, per tutelarsi, ricorrono a tecniche (politiche?) di spogliarello, come avviene nella foto di questo articolo, che ritrae una giovane cerva immortalata nella valle del Gran San Bernardo (Aosta).

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