Una manovra ingiusta

In questi giorni non ho tempo di scrivere. Che la manovra è ingiusta, però, lo voglio urlare. Il fatto stesso che a prendere la decisione siano pochi per tutti, che a pagare siano i soliti noti (e per di più non quelli che hanno creato la crisi, il debito, il marasma) grida vendetta al Cielo, e stupisce che ad approvare questa truffa siano stati proprio quelli che al Cielo dicono di credere.

Immaginare una vignetta invece che vederla è strano, però vi propongo lo stesso di immaginare quella di Vauro, oggi, sul manifesto: «La manovra è passata»; «Sarà anche passata ma a me fa ancora male». Sì, farà male la manovra, pensata per aumentare il debito, diminuire il welfare, le garanzie e i diritti, grecizzare l’Italia (svendita del Paese, aumento del distacco tra super-ricchi e sempre-più-poveri). Alla lunga, farà male anche a quelli che credono di guadagnarci. Preso dal mio ruolo di padre, marito, insegnante, chiacchierone online, non sono in strada a protestare. E, profondamente, mi vergogno di me stesso.

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