Un aggiornamento dalla Puglia

Nei giorni scorsi ho parlato più volte delle intimidazioni di stampo mafioso contro l’imprenditore Luigi Devicienti, a Mesagne (Brindisi). Ho anche commentato la proposta del sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano di utilizzare l’esercito contro la recrudescenza del fenomeno intimidatorio, riportando le critiche di Pompeo Molfetta, capogruppo di Sel in consiglio comunale. «Quando ciò è stato fatto non ha prodotto gli effetti sperati», aveva detto Molfetta, aggiungendo poi: «per noi resta valido il principio che i militari devono stare nelle caserme e i cittadini nelle piazze». Un giudizio che condivido, anche perché l’invio di militari ha il sapore della trovata pubblicitaria, mentre sarebbe più opportuno, sul piano repressivo, non lesinare personale e mezzi alle forze dell’ordine e, su quello della prevenzione, puntare sull’istruzione, la socialità e il lavoro. Un punto di vista espresso ora anche dalla sezione locale del Partito democratico il cui segretario, Enrico Leo, ha puntato l’indice contro «una finanziaria fatta solo di tagli», la quale «dimentica che ci sono realtà come Mesagne che avrebbero bisogno di risorse per mettere in campo punti di educazione e di aggregazione giovanile, unica vera cura per il cancro della criminalità».

In ogni caso, un mezzo dell’esercito a Mesagne è arrivato. Si tratta, lo leggo sul Quotidiano di Puglia, di un Iveco Vm 90 con tre soldati destinati ad affiancare le forze dell’ordine nei controlli stradali. Io l’ho notato davanti al commissariato e poi l’ho visto all’opera, sotto il cavalcavia della superstrada. Non sono un esperto, ma non mi è sembrato di grande utilità.

>>> La foto riguarda la militarizzazione degli scenari urbani. La città, in questo caso, è Parigi.

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