Alla fine sono stati 12 – tre volte più dell’anno scorso – gli «streusi», diciamo gli “originali”, che hanno ripercorso (e corso) l’itinerario del libro di Pierpaolo Petrosillo, Nu giurn’a ferragostu, sulle orme del protagonista, che si ritrova da solo a ferragosto, a tu per tu con la città deserta. Incoscenti o coraggiosi – “streusi”, come nel comunicato che annunciava l’iniziativa – abbiamo tirato avanti per circa 40 minuti sotto il sole dell’ora di pranzo, vivendo il centro di Brindisi in maniera insolita.
Quest’anno l0 “straniero”, quello che veniva da più lontano, raggiunto casualmente dalla notizia via e-mail, sono stato io, che vivo in Valle d’Aosta, ma devo dire di essermi ambientato facilmente: le facce dei partecipanti, tutti consapevoli di stare vivendo qualcosa di particolare, spontaneo, autorganizzato e pazzo, erano le stesse di chi si presenta, con fare circospetto, sulla linea di via della “mia” Granparadiso estate, a Cogne (Aosta). Man mano che la gente arriva ci si comincia a contare, si osservano con attenzione i passanti («Secondo me questi stanno venendo qui: hanno le scarpe da ginnastica»), ci si scopre sempre uno o due più dell’anno prima.
Motore dell’iniziativa, Pierpaolo Petrosillo, autore del libro, che quest’itinerario, di corsa, lo ha già fatto tante volte. L’edizione di ieri era la seconda aperta al pubblico e penso sia stato buffo per tutti passare in mezzo alla gente, correndo, e vederla osservare stupita dodici “streusi” impegnati a sudare sotto il sole di ferragosto.
Conservo l’immagine di alcune vie e scalette che non avevo mai fatto; la corsa al porto, con l’occhio al mare; l’ingresso in centro da Porta Lecce; una piazza del Duomo deserta; la piccola sosta presso un carrubo, «l’albero che parla». Durante l’itinerario, Pierpaolo ha declamato pezzi del libro in dialetto brindisino e, anche se qualche parola me la sono persa, mi è rimasta la voglia di leggerlo.
>>> Le foto di questo articolo sono mie. Prossimamente altro materiale sarà pubblicato sul canale YouTube di Pierpaolo.