Il decreto del governo visto dalla Valle d’Aosta

Ricevo e pubblico volentieri un comunicato stampa di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta, che interpreta il decreto governativo dei 45,5 miliardi con uno sguardo agli effetti che produrrà sulla regione più piccola d’Italia.

Da notareper i lettori che abitano in altre regioni – che l’illuminata amministrazione valdostana, incarnata da decenni dal partito autonomista dell’Union Valdôtaine – ha recentemente svoltato a destra, lasciando l’alleanza con il Pd-senza-elle per quella col Pd-con-la-elle in seguito all’idealistica motivazione che, con il federalismo alle porte, è meglio essere alleati di chi comanda a Roma.

Viva l’autonomismo/Vive l’autonomie!

Comunicato stampa sul decreto del Governo e sui suoi effetti sui valdostani
di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra Valle d’Aosta.

Aosta, 13 agosto 2011

La manovra uscita ieri dalle stanze del Consiglio dei Ministri testimonia la grave incapacità di capire le origini della crisi economico-finanziaria ed evidenzia la volontà di approfittare del momento di difficoltà per andare a intervenire pesantemente nei diritti dei lavoratori, cosa che avrà le sue pesanti ripercussioni anche per i rapporti tra le parti sociali in Valle d’Aosta.

Si propone una serie di misure (dall’incentivazione delle privatizzazioni e liberalizzazioni) che anticipa di fatto la riforma dell’art. 41 della Costituzione (in spregio all’ultimo referendum che ha ribadito la contrarietà degli italiani alla privatizzazione dei beni pubblici) e si approfitta per inserire la cosiddetta “legge Fiat”, con cui si cerca di rendere innocua ogni possibilità di conflitto sindacale e di dare un ulteriore gravissimo colpo ai contratti nazionali in favore di quelli aziendali o territoriali, facendo così perdere ulteriore potere contrattuale ai lavoratori e ai sindacati.

Colpirà le valdostane anche il provvedimento con cui si intende anticipare al 2016 l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne impiegate nel settore privato.

È infine da ricordare che ciò si aggiunge ai deleteri interventi nella sanità e nel settore dell’assistenza sociale, nella quale molte onlus hanno dovuto ridimensionare organici e ridurre le ore di servizio a favore degli utenti.

È inoltre tutta da verificare l’affermazione di Rollandin [il presidente della regione Valle d’Aosta, ndr] secondo la quale la Valle d’Aosta non sarà colpita dai tagli che colpiranno gli enti locali. Chiediamo che a riguardo sia fatta immediata chiarezza.

Che ciò avvenga o meno anche i cittadini valdostani saranno notevolmente penalizzati dalla manovra, il cui carattere è classista e socialmente violento. Il paradosso è che tutto ciò possa avvenire ancora una volta con il voto favorevole del senatore unionista Fosson, il cui assenso a tale decreto confermerebbe la completa subalternità della cultura unionista alla politica di destra berlusconiana. Una politica che non riconosce il problema della crisi nelle iniquità di un capitalismo finanziario che premia i grandi patrimoni, le multinazionali, le speculazioni e le banche.

Tutto ciò mentre non viene fatto nulla per incrementare le risorse della lotta alla mafia e vengono presi provvedimenti minimi e insufficienti contro l’evasione fiscale.

Ribadiamo che per uscire dalla crisi occorre ripensare radicalmente il rapporto con il sistema finanziario globalizzato e con un’Unione Europea che ci impone gravi restrizioni alla nostra sovranità economica. Auspichiamo quindi che il deputato Nicco voti contro tale manovra nella futura seduta parlamentare, e partecipi alla nostra azione di stimolare un confronto nell’opinione pubblica e tra le forze politiche alternative al berlusconismo sulle cause e i possibili rimedi alla crisi attuale del capitalismo.

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2 risposte a Il decreto del governo visto dalla Valle d’Aosta

  1. un sentito grazie al compagno Badino per lo spazio concessoci! 😉

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