Cabaret Capezzone

Parigi, si dice, val bene una messa, ma un caffè al bar mi è costato un euro più la visione e l’ascolto di Daniele Capezzone, ex radicale e oggi – come peggiora il mondo! – portavoce del Popolo della Libertà, intervistato da una conduttrice del Tg4 della quale ignoro il nome.

«Ciò di cui il Paese ha bisogno», ha detto Capezzone, con riferimento alla difficile situazione economica, «è serietà». Serietà da parte del mondo della politica, naturalmente, al che uno si aspetta un annuncio clamoroso, tipo che il peggior governo degli ultimi 150 anni abbia scelto, responsabilmente, di dimettersi; che si andrà, come in Spagna, le elezioni anticipate.

Invece no. Parlare di «serietà», secondo Capezzone, non è in contraddizione con l’elogiare l’esecutivo di Berlusconi, Bossi, Brunetta, Calderoli, Maroni, Tremonti e compagnia (se ne salvasse uno!); governo che anzi – anche la sinistra dovrebbe ammetterlo, secondo Capezzone – da tre anni a questa parte ha sostenuto il Paese, alle prese con una crisi economica di dimensioni mondiali!

Per colpa di un caffè, insomma, mi ritrovo ad ammirare Capezzone! Siamo onesti: bisogna essere in gamba per dire certe cose senza mettersi a ridere neppure una volta… Anni di esercizio allo specchio, immagino, ripetendo frasi tipo: «La legge è uguale per tutti» oppure: «In Italia la sovranità appartiene al popolo», sforzandosi di rimanere serio.

In questo Capezzone ha dimostrato di essere bravissimo, esattamente il portavoce di cui il Pdl aveva bisogno.

>>> L’immagine di questo articolo, a rigore, dovrebbe essere una foto di Daniele Capezzone ma, non volendo scendere al di sotto di certi standard, ho optato per la Tour Eiffel (in fin dei conti il post si apre con Parigi).

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