Che cosa fare del culo

Che cosa fare del culo.

Un bel problema. Fortuna che gli Antitest, un gruppo hardcore di Padova, hanno trovato la soluzione.

Scriverci sopra «Antitest» (il nome del gruppo), fotografarlo e inviare l’immagine a un indirizzo e-mail.

«Sbizzarrisciti con tutte le tue amiche e dai spazio alla fantasia», suggeriscono. Tanto, «resterà tutto anonimo». E in più: «la tua foto potrebbe finire nel nuovo sito degli antitest».

Un’occasione imperdibile!

Commenta lucidamente il blog Femminismo a Sud: «l’attenzione che non può sollevare il genio creativo come sempre si tenta di attirarla con culi anonimi di femmine altrimenti non utilizzabili. L’unica parte che di loro suscita interesse è quel pezzo di carne riassunto in due chiappe».

Sono convinto che quei signori ritengano la loro iniziativa assolutamente innocua, certo divertente, forse perfino geniale. Mai saranno stati sfiorati dal dubbio di essere sessisti. Ma l’ignoranza non giustifica.

Leggi l’articolo Antitest Hc – utilizzatori finali di culi anonimi! sul blog Femminismo a Sud.

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5 risposte a Che cosa fare del culo

  1. Marco Zanella scrive:

    Spiegami in che modo possa essere definito sessista quel volantino, in un mondo dove la gente fa a gara per mostrare sè stessa. E paga. Finchè non si chiede nulla in cambio e si lascia piena libertà di decisione e garanzia di tutela della privacy (perchè a differenza dei social network, non ci saranno nomi sulle foto), ognuno è libero di decidere se e cosa fare.
    Si chiama provocazione..e libertà..come la libertà di criticare, ma solo se si hanno idee valide per farlo..

  2. mariobadino scrive:

    Naturalmente immagino che tu abbia visto il volantino, che io non ho voluto pubblicare. In ogni caso è possibile osservarlo all’indirizzo http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/07/20/antitest-hc-utilizzatori-finali-di-culi-anonimi/ dove c’è anche un commento che ritengo ben fatto.

    Sono d’accordissimo con te sul fatto che la gente fa a gara per mostrarsi e anche sulla questione dei social network che si impadroniscono di dati e immagini.

    Piacerebbe pensare anche a me che si tratta di provocazione. Se per caso conosci il gruppo o i singoli membri hai più possibilità di me di conoscere le loro intenzioni. Ma, restando alla lettera, qual è, in questo caso, la provocazione? Mostrare le chiappe? Svelare i meccanismi della società dell’immagine dove viene premiato chi si mette in mostra?

    In tal caso mi sarei aspettato un tono diverso. A me le frasi «Hai un bel culo …e non sai che farne?», «Sbizzarrisciti con tutte le tue amiche» – ironiche, per carità, ma nella leggerezza del tono più che nel contenuto – fanno pensare a uno che fa lo “splendido” in maniera cretina, più che a una provocazione intelligente.

    E perché poi le sole donne? Vedi, avesse detto a tutti, maschi e femmine, di scrivere ANTITEST sul sedere, non avrei avuto nulla da recriminare. Giuro che il mio problema non è la presunta volgarità dell’invito (NON sono bacchettone). Forse, invece di pubblicare questo articolo, sarei stato più spiritoso e efficace inviando una foto mia con la scritta sul culo. Ma l’invito a “sbizzarrirsi con le proprie amiche” fa proprio pensare a una concezione della donna come buona soltanto per la parte sessuale delle cose. Parli di provocazione: perché non un piede, la schiena, perché non incidere sui capelli, rasandoli il nome del gruppo? Viviamo davvero in una società così perbenista per cui quanto proposto è dissacrante e catartico? E perché solo le donne, torno a dire?

    Per finire, la libertà… Ma certo che sono liberi di proporre una cosa come questa. Ma chi si è sognato di chiedere il ritiro del volantino o l’intervento della Polizia del Pensiero?? Io critico ciò che non mi piace, ma proprio non credo nella censura. Ti ringrazio, invece, per avermi concesso la «libertà di criticare», nonostante i limiti che mi hai imposto: «ma solo se si hanno idee valide per farlo». Mi spiace di appurare che le mie non lo sono, ma faccio ciò che posso…

  3. Mauro (basso antitest) scrive:

    “il volantino non è chiaro, ma se lo hai trovato provocatorio fino a decidere di scrivere un articolo, missione compiuta. Quanto poi a dire che l’ignoranza non giustifica..sono proprio d’accordo con te.”

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