Se verrà la Liberazione, quante cose metteremo via.
Si aspettava la rivoluzione armata del proletariato, ma son venute meno tutte e tre le cose: il proletariato, le armi e infine l’idea stessa di rivoluzione, col piddì erede(??) del piccì che parla di aiutare le imprese perché sono loro che danno lavoro e sotto sotto briga per impedire che un «Sì» al referendum per l’acqua pubblica dica «No» alla privatizzazione dei servizi.
Si parlava, un tempo, di «egemonia culturale». I miei alunni che citano «Le Iene» mi appaiono più colti e di sinistra di quelli che si rifanno a «Uomini e Donne», ma in fondo rischiano l’omologazione a un livello diverso, né superiore né inferiore.
Il comune della mia città (Aosta) – e stavolta non mi pare sostanziale se l’amministrazione sia di centro(?)destra o di centrosinistra(?) – ieri pomeriggio (Pasqua) ha offerto alla popolazione in piazza uno spettacolo del comico di Colorado Café Andrea Baccan, in arte(?) Pucci, il quale è riuscito in un’ora di spettacolo (cui mi sono trovato, nolente e indignato, ad assistere) a mettere in fila una serie notevole di stereotipi razzisti, prendendosela con le donne, gli «zingari», gli omosessuali e – scherzosamente, ci mancherebbe – perfino i clandestini che sbarcano a Lampedusa, complice l’ennesima guerra occidentale.
Pubblicizzando il proprio libro, Pucci ha scherzato dicendo che i ricavi gli sarebbero serviti per allevare coccodrilli, in modo da liberarli, non appena cresciuti, nelle acque davanti a Lampedusa. Non ho capito dov’è che si rideva, ma, incredibilmente, la maggior parte del pubblico sì.
Il 25 aprile è la festa della Liberazione, anche se quest’anno dovrà fare i salti mortali per far concorrenza al pic nic di Pasquetta. E forse tra grigliate, partitelle a pallone, le prime scappate al mare e un po’ di sano e auspicabile divertimento, ricorderemo quelle donne e quegli uomini che hanno rischiato la propria vita per liberarci dalla prepotenza dei nazisti e dei repubblichini di Salò, per abbattere la tirannia e l’orrore e, sì, anche per consentire a uno dei tanti Pucci di oggi di far battute sugli «zingari» mentre i rom chiedono asilo politico al Vaticano contro gli sgombri senza prospettiva dell’ex(?) fascista Alemanno e i disperati in fuga dalla Libia scrutano attenti l’onda temendo di essere inghiottiti dai coccodrilli di Canale 5.
che mondo del cazzo! w il terzo millennio! ormai ci è andato in pappa il cervello a tutti quanti
Eh, abbastanza!