Pubblico una lettera aperta dell’amico Alessandro Pascale in merito alla manifestazione contro la riforma Gelmini organizzata dal Blocco studentesco ad Aosta per martedì 14 dicembre.
L’invito è chiaro ed è quello a non mischiare persone e movimenti occasionalmente accomunati dalla critica ai pastrocchi che il ministro della Beata ignoranza si ostina a chiamare pomposamente riforma, ma divisi su tutto il resto, dalla propria visione della società al tipo di scuola che vorrebbero.
Non è possibile alcuna cooperazione con i neofascisti, a meno che non se ne condivida l’ideologia. Qualunque forma di azione comune legittimerebbe gli eredi di un passato fatto di servitù, odio razziale e guerra.
Il fascismo non è altro che questo.
Appello alla società valdostana contro il corteo fascista del 14 dicembre
di Alessandro Pascale
Scrivo questa lettera rivolgendomi alle istituzioni, alla società civile, alle famiglie valdostane e soprattutto ai genitori di ragazzi che studiano in questo momento alle scuole superiori. Rivolgo loro un appello alla mobilitazione per sensibilizzare i ragazzi valdostani su una tematica fondamentale su cui si reggono sia la Costituzione repubblicana che lo Statuto regionale: l’antifascismo.
Tutti sanno che martedì 14 dicembre il Parlamento voterà le mozioni di sfiducia al Governo Berlusconi. Per il movimento studentesco nazionale è una tappa cruciale: se il Governo cade probabilmente cadrà con esso la “riforma” Gelmini. Ad Aosta purtroppo quella giornata sarà caratterizzata da una manifestazione organizzata dal Blocco Studentesco, ossia ragazzi appartenenti al gruppo neofascista di Casa Pound. Il Collettivo Studentesco Valdostano, fondato come la Costituzione sull’antifascismo, si è rifiutato di fare una manifestazione unitaria con questo gruppo, sulla base di diverse considerazioni logiche:
1) non basta protestare solo “contro” ma anche “per”, e non c’è niente che metta in comune il Collettivo con i fascisti;
2) è necessario difendere l’art. 34 della Costituzione, che Casa Pound si propone da statuto di riscrivere, perchè «opera di uomini che la compilavano all’indomani della guerra civile ed adempivano a quel compito nella scia dei carri armati stranieri». È evidente l’inconciliabilità delle posizioni;
3) partendo dal presupposto che una manifestazione studentesca contro una riforma di un determinato governo non può essere apolitica, sembra incoerente scavalcare un principio come l’antifascismo partecipando a un’eventuale iniziativa che veda la presenza e l’organizzazione di elementi che si rifanno ad un gruppo neofascista; ci sarebbero altri motivi ma fermiamoci qua.
Noi ci stiamo mobilitando e organizzeremo una manifestazione di piazza per lunedì 13 dicembre, caratterizzata non solo dal rifiuto della Legge Gelmini, ma anche della denuncia della connessione tra questa, il Governo reazionario di Berlusconi e un progetto scolastico che ricorda molto quello del fascista Gentile che nel 1923 prevedeva:
1) l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica nelle scuole;
2) un rigido modello autoritario in cui gli studenti erano severamente sottomessi (spesso picchiati) alle istituzioni scolastiche;
3) le università aperte solo ai ricchi e i servi sottomessi.
Notate somiglianze con la situazione attuale?
Io sì, ed è per questo che invito tutti a parlare con i propri figli, spiegando loro il valore della Resistenza, le motivazioni imprescindibili dell’antifascismo e la pericolosità di scendere in piazza il 14 a un corteo spudoratamente fascista. Voglio infine ricordare che l’unica volta in cui i fascisti del Blocco Studentesco sono scesi in piazza è stato nell’ottobre del 2008 quando picchiarono con manganelli e bastoni perfino ragazzine quattordicenni, nella tristemente famosa protesta di piazza Navona a Roma. Non è solo una questione ideale e valoriale. Si tratta di proteggere i vostri ragazzi da un gruppo violento. Bisogna farlo spiegandogli i valori della democrazia, della tolleranza e della libertà. Valori che questi neofascisti non conoscono, tant’è vero che in una scorsa manifestazione, che doveva essere apartitica, sono scesi con simboli e striscioni fascisti rispondendo a male parole («non ti ascoltiamo perchè sei una donna!») a una rappresentante d’istituto che gli imponeva di farla finita con slogan imbarazzanti. Potrei anche ricordare quando uno di loro mi ha minacciato scrivendomi testualmente: «Occhio che ti strozzi prima o poi se continui a dire “fascisti” a casaccio».
Noi continueremo a lottare contro ogni revisionismo fascista, ma per sconfiggere questi movimenti abbiamo bisogno che la politica, le istituzioni e la società civile facciano la loro parte. Perchè non voglio credere che «Ora e sempre Resistenza» siano solo parole vuote buone per le rievocazioni annuali del 25 aprile e poco altro. La mia speranza è che diventino una pratica d’azione quotidiana.
Alessandro Pascale (peasyfloyd[at]hotmail.com)
>>> Leggi anche l’articolo Dolce come il fiele.
Nella foto alcune conseguenze della politica nazifascista.