In occasione della grande manifestazione Fiom del 16 ottobre, che si svolgerà tra poche ore, il ministro degli interni, tale Roberto Maroni, cerca di spaventare i manifestanti parlando di possibili disordini.
Chiaro che non ce l’ha coi cittadini che sfileranno per le vie di Roma, no: epperò, in mezzo ai manifestanti – si sa – ci son sempre i facinorosi.
Oppure gli infiltrati, aggiungo io. Perché, in fondo, non sono sospetti tutti questi ultrà serbi che danno spettacolo perché in dissenso… col ct della loro nazionale? Non li avrà scritturati qualche burlone, che poi non ha saputo impedirgli di scatenarsi prima del tempo?
Comunque, a parte le battute, è evidente che il governo si prepara a criminalizzare una manifestazione che sarà pacifica e molto partecipata, due fattori che proprio non vanno giù a un (poco) cavaliere che rischia di essere disarcionato.
E quindi i proclami di Maroni, che si vuol creare l’alibi, casomai scoppiasse qualche tumulto (o per avere le mani libere nella repressione dei manifestanti, come un suo predecessore nel luglio 2001 a Genova?).
Suppongo, in ogni caso, che lungo il percorso della manifestazione sia stata vietata la vendita delle uova, le nuove armi utilizzate dai biechi terroristi e sovversivi che si annidano nel ventre della Fiom. Quelli, per intenderci, che non esiterebbero a sdrucire il giubbotto di Bonanni, se solo potessero penetrare nel suo armadio.
Armi di distrazione di massa, insomma.
Vietare la vendita delle uova sarà stata una faticaccia per gli uomini del Viminale.
L’unica alternativa possibile era però mobilitare l’esercito, rischiando di lasciare sguarniti i tanti teatri di guerra nei quali l’Italia è impegnata (nel pieno rispetto – lo dice La Russa – dell’articolo 11 della Costituzione), dall’Afghanistan a Reggio Calabria.
A tal proposito, è un vero peccato non disporre ancora dei nuovi cacciabombardieri F-35, armabili anche con dispositivi nucleari, per vigilare dall’alto sulle manifestazioni in maniera più incisiva che coi soliti elicotteri.
A caccia di facinorosi.