Appello ai/alle blogger: facciamo qualcosa contro la violenza maschile sulle donne! [da Femminismo a Sud]

 Impressionante è scorrere l’elenco delle violenze nei confronti di donne e dei «femminicidi», ossia dell’uccisione di donne proprio in quanto donne; impressionante e destabilizzante, perché mette in crisi tanta parte dell’immaginario che ognun* ha in testa, relativo a com’è fatto il mondo e com’è la vita nel "democratico" e "progredito" occidente.
 
Pubblico l’appello, tratto da Femminismo a Sud, ai/alle blogger per "fare qualcosa" contro la violenza maschile sulle donne, a proposito della quale si dice, giustamente, che «è una guerra […] ideologica che mira ad un riassetto sociale, a
ripristinare ruoli precisi, a servirsi delle donne per tenere in piedi
un welfare basato sul lavoro di cura delle donne e a servirsi degli
uomini per continuare a produrre profitto per pochi ricchi».
 
La "cultura" maschilista produce violenza e morte, ma a esserne vittime siamo tutt*, uomini e donne; vittime del solito, maledetto sfruttamento!
 
 Appello ai/alle blogger: facciamo qualcosa contro la violenza maschile sulle donne!
 [da Femminismo a Sud]
 
 
 
Non è il primo post che Metilparaben, così come Riccardo e altri o altre, scrive contro la violenza maschile sulle donne e sicuramente non sarà neppure l’ultimo.
 
 
Noi ne scriviamo una infinità consapevoli come lui che si tratti di una enorme emergenza sociale di cui nessuno vuole occuparsi e che serva con urgenza il nostro impegno per combattere contro la cultura maschilista e tribale, come la definisce Metilparaben, che questa violenza la genera, la giustifica, la coccola, la istiga.
 
 
Il web lo conosciamo tutti. Tutti quelli e quelle che esistono e resistono in più modi. Volenti o nolenti, che ci si ami o ci si odi, che ci si stimi oppure no, siamo noi quelli e quelle che hanno il dovere di generare cultura alternativa nel web ed è quello che possiamo fare.
 
 
La violenza maschile contro le donne è uno sterminio quasi legalizzato che scientificamente viene negato, banalizzato, rimosso. Perciò una delle cose fondamentali da fare è parlarne, elencare i numeri, ricordare i nomi di queste tante, troppe donne morte per mano di uomini che non rinunciavano a considerarle un oggetto di loro proprietà.
 
 
Bisogna generare parole nuove, cultura nuova e sensibilità nuove. Bisogna che tutti e tutte noi che presidiamo il web per i più disparati motivi attraversiamo questo spazio in corteo ogni giorno per combattere contro l’oscurantismo, il medioevo che sta tornando con una rapidità sconvolgente e che sta producendo vittime su vittime e tra queste troppe donne.
 
 
L’emergenza non riguarda certamente solo noi ma riguarda anche gli uomini che sono ancora massacrati da un bombardamento di immagini e parole che esortano il loro machismo, istigano la loro violenza bruta e gli chiedono di essere quello che non vogliono essere più.
 
 
Quella che vediamo, che sta generando così tante vittime, è una guerra potremmo dire ideologica che mira ad un riassetto sociale, a ripristinare ruoli precisi, a servirsi delle donne per tenere in piedi un welfare basato sul lavoro di cura delle donne e a servirsi degli uomini per continuare a produrre profitto per pochi ricchi.
 
 
Non ci stanno facendo un favore. Non vi stanno facendo un favore. Ci stanno massacrando. Tutti.
 
 
Perciò è necessario che tutti e tutte noi ci sentiamo chiamati in causa e attraversiamo il web in corteo producendo quello che siamo in grado di produrre. Cultura, opinioni, idee, esperienze, realtà.
 
 
Diamoci una mano. Facciamo qualcosa, ciascuno con le proprie differenze, a partire da ciascuno/a di noi.
 
 —>>>Bollettino di guerra

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