Aspettando la Rachel Corrie

 

 Rachel Corrie era una attivista americana per i diritti umani.
 Il suo passaporto stelle e strisce non le ha salvato la vita.
 «Rachel Corrie» è il nome di una nave in viaggio per Gaza, per forzare il blocco illegale che affama un milione e mezzo di persone.
 Israele, dopo aver ucciso 10 pacifisti che hanno tentato di difendersi coi bastoni davanti agli elicotteri e ai mitra
in
acque internazionali (dove i commando israeliani si trovavano
illegalmente
)
, si appresta a bloccare anche la «Rachel Corrie» e un’altra imbarcazione.
 Gli attivisti a bordo hanno dichiarato che non opporranno resistenza all’arresto.
 Obama, dalla Casa Bianca, esprimerà il proprio «rincrescimento», ma gli Usa metteranno il loro veto su qualsiasi iniziativa concreta che l’Onu possa intraprendere per far finire la prepotenza di Israele.
 L’Italia ha firmato un trattato di collaborazione militare con Tel Aviv. Se il nostro governo non fosse quello che è, varrebbe la pena di tempestarlo di e-mail per chiedere almeno lo stralcio di questo accordo.
  

 Continuano intanto le proteste contro l’omicidio plurimo e atto di pirateria praticati dalla marina israeliana.
 QUI il sit in di questo pomeriggio nella mia città, Aosta, in un articolo di Silvia Berruto.
 
Boicotta in prodotti Made in Israel
 L’Unione Europea è il principale partner commerciale di Tel Aviv: boicottiamo i prodotti Made in Israel, quelli il cui codice a barre incomincia con i numeri 729.
 Pretendiamo il rispetto dei diritti umani.


 Il video qui
sopra è abbastanza lungo e non è in italiano. Vale però la pena vederlo.

 Leggi anche l’articolo Aspettando la Rachel Corrie (2).

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