Può il
sindaco di un paese – Pecorara, provincia di Piacenza, nome glorioso
della Resistenza al nazifascismo – cambiare nome per decreto a «Piazza
XXV aprile» per sostituirlo con un’intitolazione al cardinal Jacopo,
vissuto nel XIII secolo?
Non può, perché la legge non permette che i nomi delle vie e delle
piazze, considerate un bene culturale pubblico, siano cambiati
semplicemente al mutare del colore politico delle giunte.
Eppure lo fa perché, dopotutto, siamo in Italia, il Paese che rende
onore a Craxi per bocca del Capo dello Stato, che redime il passato a
colpi di condono, che ha riabilitato i "ragazzi di Salò" attraverso la
teoria degli "opposti estremismi", per la quale dobbiamo ringraziare
quel Luciano Violante, allora presidente della Camera, che forse una
volta militava a sinistra. Il Paese in cui non si può cantare Bella Ciao.
Contro la decisione della giunta comunale di Pecorara, che
naturalmente nega qualsiasi motivazione politica della propria decisione
(in fin dei conti bisognava pur rendere omaggio al cardinale Jacopo;
che gli fosse già stata dedicata l’altra piazza del centro
storico, quella col municipio e la chiesa, è senz’altro un dettaglio ininfluente), c’è un appello dell’Anpi,
per sottoscrivere il quale è sufficiente inviare un’e-mail
all’indirizzo ufficiostampa [at] anpi.it (sostituire [at] con la
chiocciolina).
La sezione piacentina dell’Anpi, ha poi indetto per questo venerdì, 22 gennaio, alle ore 18, presso la propria sede provinciale (via X Giugno,
20), un’«assemblea aperta a tutti gli antifascisti per discutere
dell’episodio di Pecorara».
È anche attivo un gruppo su Facebook, «Per la difesa di piazza XXV aprile a Pecorara (PC)», al quale è possibile iscriversi.
Consiglio anche d’inviare un’e-mail al comune di
Pecorara (info[at]comune.pecorara.pc.it) e, per conoscenza, ai mezzi
d’informazione.
L’invito è a diffondere la notizia, finora perlopiù
ignorata dai media, per non permettere, attraverso la cancellazione, l’ennesima manipolazione della storia d’Italia. Il 25 aprile è data
fondante della nostra Repubblica, ma è soprattutto il simbolo della
vittoria della parte ancora umana del Paese contro l’orrore
nazifascista. Cancellare il XXV aprile significa, né più né meno, stare
coi nazifascisti.
Seguiranno una lettera aperta al sindaco di Pecorara, Franco
Albertini, eletto con il Pdl, e un’altra al Presidente del Consiglio
dei Ministri, che del Pdl, il popolo della libertà (sic!) è il leader.
Commenti recenti
I blog e gli spazi che seguo:
Il Cortile d'Italia:
Archivi
Categorie
Leggo che il sindaco di Pecorara potrebbe aver ritirato la delibera. Resto in attesa di conferme e/o sviluppi. Per il momento rinuncio a scrivere le due lettere aperte che avevo promesso…