Leggi l’articolo Gaza bombardata: più di 200 morti. La testimonianza di Vittorio Arrigoni (Guerrilla Radio)
Poche settimane fa mi sono impegnato con una serie di articoli in favore di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani arrestato nel mare di Gaza dalla marina israeliana. Di fronte all’ingiustizia (l’arresto era illegale perché effettuato al di fuori delle acque israeliane e iniquo perché compiuto senza alcuna ragione) e alla detenzione di Vik, ho pensato che anch’io potevo fare qualcosa, per diffondere la notizia e per rompere le scatole a consolati e ambasciate, sollecitando l’intervento delle istituzioni. Mi ero attivato. Ciò che sta accadendo a Gaza, col bombardamento delle moschee e degli ospedali!, riesce solo a gettarmi nel più profondo sconforto.
La gente muore. I bambini muoiono. I civili. I media ci raccontano fregnacce. Dobbiamo ribellarci, ma la prima reazione è di prostrazione: che cosa mai possiamo fare?
Però, anche in questo caso, può darsi che l’informazione e la "rottura di scatole", alla lunga, servano a qualcosa. Facciamo sapere ai nostri governanti che le azioni di Israele non sono condivise dal popolo italiano: ci pensino due volte prima di firmare trattati di cooperazione militare (com’è il caso dell’Italia). Scriviamo ai giornali e alle televisioni lettere di protesta per la maniera in cui ci raccontano le cose, chiediamo conto delle loro azioni. Minacciamo di non pagare più i loro servizi. Scriviamo anche alle istituzioni israeliane, prendiamo contatto con le realtà – esistono! – che, anche in Israele, si rendono conto della cecità del governo Olmert-Livni. Minacciamo di boicottare i prodotti israeliani.
Dobbiamo essere in tanti, però: dobbiamo rompere i coglioni. Magari non servirà a niente, ma è l’unica cosa che possiamo fare.
Intanto, dal blog di Audrey, pubblico il testo di un’e-mail di Vittorio Arrigoni, tornato da poco a Gaza:
diffondi il mio numero telefonico.
hanno iniziato a bombardare moschee e ospedali
si paventa incursione di terra e via mare
è una strage
non ho più parole né lacrime.
Il numero telefonico di Vittorio a Gaza è:
00970598378945
Forse un messaggio di sostegno potrebbe aiutare.
Grazie! Sei sempre uno dei primi a fornire un supporto concreto con il tuo blog e le tue parole.
Anche in questo caso solo la blogosfera può fornire una valida informazione alternativa rispetto a quella propinata dai mass media “ufficiali” su quello che sta accadendo a Gaza.
Ho già letto molte proteste sul web(anche da persone affatto filopalestinesi) sui servizi giornalistici in particolare di Pagliara sul TG1.
Un caro saluto,
Audrey
Grazie a te, Audrey, diciamo che questa volta non riesco tanto bene a trovare le parole. Leggo ora un aggiornamento sul tuo sito: bombardate l’università, il porto, un ospedale, una moschea (5 bambini morti sotto le macerie). Come si fa a dire qualcosa? Immaginiamo un posto conosciuto, l’università, il porto, un ospedale della città in cui viviamo, oppure una chiesa bombardata e 5 bambini sotto le macerie… E’ assurdo. Dici che la blogosfera può aiutare, speriamo! Qualcosa si deve fare…
Non voglio lasciare commenti di nessun tipo voglio solo sapere CHE COSA DEVO FARE PER DARE AIUTO ALLE PERSONE SOTTO ASSEDIO A GAZA…ditemi cosa…grazie
Informarsi, raccontare quello che succede, non accettare le verità di comodo. E poi il boicottaggio dei prodotti israeliani (quelli con il codice a barre che comincia con 729): potrà sembrare inefficace, ma è quanto ci chiedono da Gaza. In più, per dare una mano a chi soffre ci sono tanti volontari che hanno bisogno di soldi o di una mano. Segnalo:
http://www.perlapace.it/…f74c3c845fae277a8788825