Vik (Guerrilla Radio) intervistato in carcere [da Infopal.it]

 Aggiornamenti in fondo all’articolo:
 
Sciopero della fame dei tre attivisti perché i pescherecci siano restituiti ai palestinesi;
 Denuncia di Israele all’Onu;

 
I compagni di cella di Vittorio: rifugiati regolari pronti per essere rispediti a casa.


 «Sono saltati a bordo, all’arrembaggio. Ho detto loro, mentre mi puntavano le loro armi contro la testa: "Allora, uccidetemi!". Mi hanno sparato contro con una pistola elettrica, la Taser, made in Usa, che scarica scosse elettriche ad alto voltaggio, molto pericolose. Poi, hanno cercato di buttarmi giù dal tetto, temendo di cadere e rompermi la spina dorsale, mi sono gettato in mare e ho iniziato a nuotare verso riva, inseguito dagli spari di proiettili veri. Dopo mezz’ora non avevo più fiato e mi sono arreso».
 
Leggi per intero l’intervista a Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano arrestato da Israele (e tuttora in carcere) per aver accompagnato 15 pescatori palestinesi a pescare in acque palestinesi.
 L’intervista è tratta dal sito www.infopal.it
 
 Aggiornamenti:


 «Sono finalmente riuscita a parlare con ViK», racconta Audrey nel suo blog. Vittorio sta bene, anche se «è un po’ provato». Ringrazia tutti i blogger che si sono occupati della vicenda e ha chiesto di diffondere notizie su alcuni suoi compagni di cella: «Sono una decina di eritrei, somali e liberiani con lo status di “rifugiato” in perfetta regola ed internazionalmente riconosciuto. Nonostante ciò lo Stato di Israele non fornisce loro alcuna sussistenza, anzi li ha rinchiusi in questa sezione del carcere Maasiyahu di Ramlè, trattandoli come dei delinquenti e minacciandoli di rispedirli nei loro paesi di origine dove verrebbero immediatamente incarcerati se non giustiziati. Tutto questo, ripetiamo, nonostante godano di uno status di “rifugiato” internazionalmente riconosciuto». Il resto sul blog di Audrey.


 Ha scritto Franco Londei sul sito secondoprotocollo.org: «in accordo con Vittorio e con la collaborazione del International Solidarity Movement intendiamo portare questo caso ai massimi livelli. Oggi, attraverso un esposto interesseremo il Consiglio d’Europa e la Corte Europea per i Diritti Umani, i quali non hanno giurisdizione su Israele, ma che possono contribuire a portare il caso dei pescatori palestinesi e della situazione di Gaza in Europa. In seconda battuta, ma più importante, invieremo una denuncia all’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu e per conoscenza al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu. Non è possibile che atti come quelli avvenuti nei giorni scorsi e tanti altri che quotidianamente avvengono a Gaza, continuino a passare sotto silenzio. Questo muro va abbattuto. Gaza è attualmente sotto assedio, le attività commerciali bloccate, la pesca (una delle maggiori risorse) praticamente azzerata. Ora gli israeliani sequestrano anche i pescherecci mettendo letteralmente sul lastrico decine di famiglie. Vittorio Arrigoni tornerà in Italia ma non intende mollare la sua lotta contro l’oppressione Israeliana di Gaza, una oppressione favorita dall’assordante silenzio del mondo» [i grassetti sono miei].


 Domani mattina i tre attivisti internazionali illegalmente detenuti in Israele, Vittorio Arrigoni, Andrew Muncie e Darlene Wallach, inizieranno uno sciopero della fame affinché i pescherecci sequestrati ai 15 pescatori palestinesi siano restituiti ai loro legittimi proprietari. La notizia è tratta dal sito Infopal.it, che traduce un comunicato del Free Gaza Movement. Il sito Infopal dice anche che «tutti tutti e tre gli attivisti sono disponibili per interviste. Contattate l’ISM per ulteriori informazioni e per i loro numeri di telefono. Greta Berlin – Media Team – Free Gaza Movement – 357 99 08 17 67».


 Leggi anche Vittorio Arrigoni arrestato dalla marina israeliana.

 

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