Il diritto di dissentire

 

 1922.
Benito Mussolini riceve dal re l’incarico di formare il governo. La dittatura fascista non è ancora iniziata. Mussolini avrà bisogno di anni per trasformare
l’Italia in regime. Dovrà modificare ruoli, regole, leggi. Abolire i partiti diversi dal suo. Vietare i sindacati, tranne quelli fascisti. Proibire lo sciopero.
 
 1948. Entra in vigore la Costituzione italiana. Il pluripartitismo fa parte della nuova Repubblica. «L’organizzazione sindacale è libera» (art. 39). «Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano» (art. 40).
 
 2008. Silvio Berlusconi riceve dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare un governo. Ha lavorato con i suoi avversari per garantire sbarramenti che chiudano le porte del Parlamento ai partiti più piccoli. Propone lo stesso meccanismo per le elezioni europee e, in entrambi i casi, cancella le preferenze. Mostra di gradire la posizione dei sindacati concertativi, ma se la Cgil prova a rilanciare (si veda il caso Alitalia) è pronto ad additarla come il nemico.
Il ministro Sacconi (Welfare) propone d’introdurre un referendum consultivo prima di ogni sciopero, obbligando così il lavoratore a esprimere la propria adesione allo scopo, dichiarato, d’informare i
cittadini del peso che avrà l’astensione dal lavoro. Per evitare la trattenuta di stipendio, l’eventuale revoca dovrà essere anticipata, mentre l’intervallo fra uno sciopero e l’altro sarà «più
robusto e garantito». Dulcis in fundo,
le sanzioni dovrebbero passare dal datore di
lavoro al prefetto.

 
 Fascismo? Un attacco al diritto di dissentire? L’impossibilità di esprimere il proprio dissenso o anche solo il proprio parere? Pensa che ti ripensa, il ministro ha escogitato un rimedio: incentivare lo sciopero
virtuale, che «si potrà fare con un fazzoletto al braccio, per cui il
lavoratore è in stato di agitazione e perde il salario, però il datore
di lavoro paga una congrua cifra per ogni lavoratore che si astiene
virtualmente, e le risorse andranno a finire in un fondo
solidaristico».
 
 Questo governo ci sta riportando indietro. Di più di 60 anni. Facciamoci sentire, finché è ancora possibile.

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