NOTE PER LA RESISTENZA (2)

 Villa Cavaliere, Mesagne
 
 L’altro ieri, giovedì, nel parco di Villa Cavaliere di Mesagne, concerto dei BOOMdaBASH, gruppo reggae locale oggi in piena ascesa, reduce da un album che ha venduto 1500 copie in una settimana e da un concerto con gli Africa Unite; ospite sul palco, Treble, ex Sud Sound System, che tra l’altro duetta in una traccia del cd. Se si esclude la cinquantina di volte in cui i vari componenti hanno tenuto a gridare il nome della loro città (polemizzo, evidentemente, solo per il gusto di polemizzare), è stato uno spettacolo molto bello, cantato in un misto continuo d’inglese e dialetto, con grande partecipazione da parte del pubblico e trasporto per una band che non si è certo risparmiata. Non sono mancati i contenuti sociali, per ciò che la mia scarsa padronanza della lingua mi ha consentito d’intuire, con accenni alla Sacra Corona, alla mafia in genere e altre situazioni d’ingiustizia. Piccolo esempio: «Adesso c’abbiamo un governo che ci chiama terroni», ha gridato uno dei cantanti sul palco, presentando la canzone Mare, «però poi al mare vengono tutti quaggiù». Faccio il gioco delle associazioni mentali e penso a Umberto Bossi che mostra il dito medio durante l’inno di Mameli. L’inno è brutto, per carità; io poi non riesco a tollerare l’idea stessa di nazionalismo. Non per questo mi sento di apprezzare l’arroganza di chi incita più o meno apertamente al separatismo nel nome del privilegio di una parte, naturalmente la propria, quella ricca, quella che spesso i soldi li ha fatti sulla pelle dell’altra. E poi magari il separatista è anche Ministro della Repubblica. Faccio il gioco delle associazioni mentali e vedo i nuovi «terroni», gli immigrati vittime del decreto sicurezza da poco approvato al Senato (e quindi legge dello Stato), che ha introdotto l’«aggravante di clandestinità»: oggi, se commetto un reato io, rischio meno rispetto a un immigrato irregolare che si sia macchiato della stessa colpa, con buona pace dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani. I primi leghisti, quelli che «ce l’avevano duro» e gridavano «terrone» ai meridionali, erano razzisti, o come tali si comportavano. Il nuovo razzismo, però, è più grave, perché istituzionalizzato: il decreto sicurezza rende “normali”, legalizza, certi atteggiamenti xenofobi diffusi; le impronte prese ai rom promuovono nella mente di tanti quell’idea di differenza razziale negata tanto dalla scienza quanto dalla Costituzione e responsabile delle peggiori tragedie del Novecento.
 
 È bella la notte mesagnese nel parco di Villa Cavaliere. La gente si diverte, beve birra, parla. Sul palco, intanto, i BOOMdaBASH offrono un grande spettacolo. Non capisco bene i testi, ma sembrano scritti col cuore, mi fanno pensare che ancora è possibile pensare, dire la propria, almeno in musica. Che forse la resistenza passa pure di qua.
 


 La foto di quest’articolo ritrae un particolare di Villa Cavaliere, Mesagne (Brindisi). Se l’immagine non è granché è perché sono senza macchina fotografica. Mi sono ridotto a scattarla, passando per strada, con la videocamera del portatile….
 

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