Appello alle candidate e ai candidati al Parlamento italiano per la pace a Gaza

  Montecitorio, sede della Camera dei DeputatiPubbico un appello per la pace a Gaza, pubblicato sul manifesto del 9 marzo e rivolto al futuro Parlamento italiano da alcun* candidat* alle elezioni politiche del 13 aprile.

 Il futuro parlamento per la pace a Gaza

 Alle candidate e ai candidati al Parlamento italiano

 
 L’esercito israeliano si è per il momento ritirato dalla
Striscia di Gaza, lasciando un bagno di sangue che ricorda da vicino l’orrore
di Sabra e Shatila. L’attacco, condotto in questi ultimi giorni via terra con
l’impiego di mezzi corazzati e l’appoggio dell’aviazione, ha fatto centoundici
vittime, tra cui diciassette bambini. Dall’incontro di Annapolis, inutilmente
sponsorizzato da George W. Bush come un incontro di pace, sino ad oggi sono
oltre trecento le vittime palestinesi, in gran parte civili. Nulla – nemmeno la
decisione, presa da alcuni settori di Hamas e a nostro giudizio sbagliata, di
lanciare su Israele missili Qassam – giustifica un tale massacro in un
conflitto che dura da 60 anni, che ha cancellato la Palestina dalla carta
geografica e rischia di cancellare il suo popolo.
 
 Le armi di Tel Aviv non fanno che aggiungere altro orrore ai
già drammatici effetti di una conclamata emergenza umanitaria. Gaza è isolata
dal mondo, strangolata da un embargo che la priva delle più elementari risorse
di sopravvivenza: dall’acqua al pane, dal carburante ai medicinali. Un vero e
proprio apartheid, lucidamente pianificato per far pagare alla popolazione di
Gaza la colpa di aver scelto Hamas attraverso elezioni democratiche, confermate
tali da tutti gli osservatori internazionali presenti.
 
 Ora, la minaccia resta quella di una massiccia invasione
militare della Striscia, con l’obiettivo di eliminare la leadership di Hamas e
con la prospettiva di altre migliaia di vittime, in un contesto in cui le
truppe di occupazione non distinguono tra militari e civili.
 
 Questo sembra essere il disegno di Olmert, un disegno che va
nella direzione opposta alla ricerca di soluzioni di pace. Hamas ha
ufficialmente offerto una tregua che interromperebbe il lancio di missili in
territorio israeliano. Ma Olmert non intende trattare. Vuole la prova di forza,
la resa dei conti definitiva.
 
 A questo punto il silenzio della cosiddetta «comunità
internazionale» e dell’Unione europea in particolare costituisce un atto di complicità
con il massacro dei palestinesi di Gaza. Equivale ad avallare le scelte di
guerra del governo israeliano e a concedergli mani libere.
 
 Noi, candidati alle prossime elezioni politiche nel nostro
Paese, ci rifiutiamo di condividere una così grave responsabilità. Denunciamo
lo strabismo con cui i potenti del pianeta hanno sin qui guardato al conflitto
israelo-palestinese. E – per testimoniare la nostra solidarietà alle vittime
degli attacchi israeliani e il nostro rifiuto della guerra – proponiamo agli
altri candidati al Parlamento italiano di mettere al centro della campagna
elettorale questa tragedia senza fine e compiere un viaggio a Gaza al più
presto anche durante la campagna stessa.
 
 Dobbiamo essere in tanti, quanti più possibile, a dire che
la guerra in Palestina deve cessare subito. Che Israele deve revocare una volta
per tutte l’embargo che assedia la
Striscia di Gaza. Che Hamas deve cessare definitivamente il
lancio di missili su Israele. Che la parola deve tornare al negoziato con il
diretto intervento delle Nazioni Unite, per un reale processo di pace in tempi
certi e nel rispetto della legalità internazionale. Dobbiamo essere in tanti,
quanti più possibile, a impegnarci a continuare nel corso della prossima
legislatura la battaglia per una pace giusta in Medio Oriente.
 
 Per adesioni: pacepergaza@gmail.com
 
 Maria Luisa Boccia, Alberto Burgio, Mercedes Frias, Claudio
Grassi, Ali Rashid, Bruno Steri

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