In occasione del primo compleanno, una nuova presentazione del blog.
In principio, stavolta, è l’economia – meglio
ancora: l’«orrore economico» (categoria orecchiata da qualche parte, della
quale mi sono subito appropriato). Chi scrive ha la convinzione bizzarra che il
denaro sia lo sterco del diavolo, che i soldi non facciano la felicità e che
non si possano seguire allo stesso tempo Dio e Mammona (anche se non ho mai
capito chi sia questo Mammona). Chi scrive, che oggi si sente molto evangelico,
è rimasto folgorato dalla considerazione che dov’è il tuo tesoro, lì sarà il
tuo cuore. Se questo è vero, si tratta unicamente di scegliere con cura il
tesoro, il resto verrà da sé. Chi scrive, infine, è convinto che tra tutti i
tesori possibili la ricchezza e il potere siano forse i più ambiti, sicuramente
quelli a cui chi comanda consacra la propria esistenza. Il potere genera il
potere e per potere si passa sopra a tutto, dall’ideale vissuto in gioventù al
corpo del sindacalista fastidioso (fatto sparare – si dice – dalla Coca Cola),
al minorenne che vive nei Paesi lontani (costretto ad assemblare i pezzi dei
prodotti che useranno i suoi coetanei occidentali), all’operaio della
ThyssenKrupp che brucia sul posto di lavoro, nella civilissima Torino.
L’«orrore economico» si traveste di
panni sgargianti: abbattute le statue fredde e grigie del socialismo reale,
presenta se stesso come un bene assoluto, in quella versione neoliberista, estrema, che sola, oggi, gode di legittimità presso i politici d’ogni
schieramento. Pretende che lo Stato resti fuori dall’economia, salvo poi domandare
al governo agevolazioni e sgravi, la svendita delle società pubbliche, la
privatizzazione dei servizi essenziali. Controlla i media, l’informazione,
s’incarica della propaganda, creando consenso (o almeno dissimulando il
dissenso) nei confronti delle mani che firmano i trattati e pigiano i bottoni
per conto delle lobby legali e illegali, civili e militari. L’«orrore
economico» non crede nel diritto, parla di libertà e riduce in schiavitù, parla di
valori e rende assassini, vuole armi per difendere la proprietà e pretesti
per sottomettere le donne. Ha bisogno del nemico, del diverso, per fare fortuna
colle recinzioni e vendere milioni di impianti di videosorveglianza a circuito
chiuso. Ha i caratteri di una dittatura totalitaria nascosta dietro il faccione di un
personaggio di Walt Disney. Ronald Mc Donald regala i palloncini.
Questo blog nasce per un moto istintivo di
reazione. Per piccino che sia, ingaggia battaglia con l’«orrore», come don
Chisciotte contro i mulini a vento, cerca di denunciare, proporre lotte e
campagne. Molto politico in un primo momento, è passato col tempo dalla
politica in senso stretto all’agire politico in termini più lati, nella
convinzione che il cambiamento non passi attraverso i Veltrusconi degli
schieramenti, ma attraverso l’opera concreta delle comunità in lotta per
difendere il proprio territorio, dall’unione di quelle realtà che cercano vie nuove
d’azione e formano il «cortile d’Italia», lottando in questo modo per gli
interessi di tutti, contro la logica della guerra e del mercato padrone della
vita, contro le grandi opere del tutto insostenibili, per la preservazione di
un ambiente naturale e umano ancora vivibile.
Nelle sezioni del blog
viene dato spazio a questi tentativi e a queste lotte, come pure alla teoria (e
pratica) della decrescita economica, alla difesa dei diritti umani e del
pianeta, alla partecipazione dei cittadini alla vita civile e sociale delle
proprie realtà. Vengono anche lanciate proposte per un’azione concreta,
dall’adesione a un appello all’organizzazione di eventi particolari, secondo la
logica della non competitività e della gratuità. Vanno in questa direzione la Marcia Granparadiso
estate (e l’Aicram), la sezione Camminante, la Biblioteca di Babele.
Oggi il blog compie un anno. Ringrazio i
25 lettori che con infinita pazienza hanno seguito fin qui i miei contorcimenti mentali
e accolgo i nuovi arrivati con un sorriso. Chi volesse leggere la vecchia
presentazione, ce l’ha a portata di clic.
La foto di questo articolo, interpretata da Cristiana Cavalieri, è opera di
Andrea Murgia.
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