Mastella? Ma stella…

 Cade o non cade?Oggi ho pranzato al bar, così, sfogliando La Stampa, ho letto che tra le «mine fatali» al governo Prodi (evidentemente già dato per caduto) c’è la lettera, definita anti-Ratzinger, del professor Marcello Cini, quella che chiedeva conto al rettore dell’ateneo romano circa la visita papale alla Minerva. Secondo il quotidiano torinese, evidentemente, se il vescovo di Roma decide di non accettare un invito, la responsabilità va cercata a Palazzo Chigi. Se è così, buona notte a qualunque idea di separazione tra la sfera laica e quella religiosa.
 C’è poi, naturalmente, l’affaire Sandra Lonardo, divenuto poi la «bomba» Mastella. L’ex ministro ha molto protestato perché il governo non lo ha difeso a sufficienza. «Ti sbagli, lo abbiamo fatto!», potrebbe replicargli Prodi, e a buon diritto. Ma forse il problema è proprio quello: forse Mastella ritiene poco dignitoso restare in un governo disposto a tutto per sopravvivere, persino a difendere una posizione indifendibile come quella di Mastella
 In prima pagina, Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, addita nella chiusura del sito istituzionale Italia.itdopo due anni di nulla costati sette milioni di euro») il simbolo della crisi italiana: «ideata per farci conoscere, Italia.it è riuscita solo a farci riconoscere», commenta Gramellini:
«inconcludenti, arruffoni e immancabilmente pronti a trasformare una sconfitta di tutti in un pretesto per nuova faziosità». Riferimenti all’imminente crisi di governo?
 Tra i propositi per l’anno nuovo metto anche questo: meno politica spiccia sul blog, più cultura, più movimenti e più idee.

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