Poco più di un mese è passato dalla prima edizione dell’Aicram Granparadiso «I colori del bosco», che si è conclusa con la grande vittoria di Luigi Sorcelli (ritratto, nella foto, durante la gara), insegnante di Nus (Aosta), alla sua prima partecipazione lungo il tracciato della Marcia. Qualche giorno fa, Luigi mi ha inviato un piccolo testo a commento dell’esperienza (ottemperando alle richieste dell’articolo 8 del regolamento dell’Aicram). Ve lo propongo e invito tutti i partecipanti a scrivere anche loro. Per chi fosse interessato a conoscere la Marcia, rinvio qui.
Il prossimo appuntamento è per la metà di luglio.
Ebbene sì, pur con colpevole ritardo, adempio come da regolamento, ad uno dei miei doveri di vincitore dell’AICRAM versione autunnale e scrivo due righe su quel fatidico 14 ottobre (riguardo alla coppa credo che il regolamento mi conceda ancora tempo).
Che dire? Il mio fisico ha riassorbito anche se con una certa lentezza i postumi di quella gloriosa impresa: vesciche, indolenzimenti vari a gambe e piedi; l’ondata di popolarità che i media mi avevano procurato si è ormai sopita: certo che quando un alunno a scuola mi ha detto: "Prof.!!! Sa che l’ho visto sopra il giornale?!!" la mia felicità è stata così grande che non l’ho ripreso per la sua pochezza grammaticale! Non parliamo poi dei miei concittadini che vedendomi arrancare per Nus sciancato dalle vesciche mi hanno fatto i complimenti: io, ovviamente mi sono schermito dicendo che si trattava di una manifestazione tutt’altro che competitiva, anzi anticompetitiva; ma niente, la gente non voleva crederlo: eh sì, viviamo in tempi in cui il popolo ha bisogno di idoli, eroi.
Torniamo ora alla competizione. Conservo ancora (e lo custodirò gelosamente) lo stampato con il regolamento e l’itinerario e noto ora che il sottotitolo parla di "50 chilometri di allegra passeggiata": tutto vero, ma ad essere sincero la prima parte del percorso, dal prato di Sant’Orso a Les Ors Dessus è stata veramente massacrante: un salitone che non finiva più, ma secondo l’organizzatore, meglio farlo all’inizio che alla fine; ne convengo.
Nel frattempo i miei scarponi lavoravano silenziosamente, ben decisi e spellarmi i piedi e devo dire che ci sono riusciti: sì, il paesaggio era bello, la compagnia di Agostino Guichardaz piacevole, l’aria frizzante e tersa, ma a circa metà percorso meditavo l’abbandono e a nulla valevano le esortazioni di Agostino, due panini al salame e la birra bevuta a Gimillan. L’orgoglio ha prevalso e ho continuato "allegramente" (tanto per citare l’organizzazione).
Nella parte finale, noi fuggitivi siamo stati raggiunti dal gruppo e da lì in poi è stato un trionfo di birre, caffè: insomma l’Aicram ha mostrato tutti i suoi valori tecnici e morali.
In prossimità del traguardo una nube si è addensata però su tutti: serviva un vincitore. Tutti avevano una scusa più o meno valida per non vincere: ho già vinto, la organizzo io, etc. Insomma la scelta è capitata su di me: non ho ben capito la motivazione che in sostanza era questa: tu sei di fuori, è giusto che vinca tu! Ebbene sì, bisogna essere ospitali verso i forestieri, ma farli vincere, mi sembra un po’ troppo! E chi gioca in casa non è solitamente il favorito? Tutto questo dimostra che era veramente una marcia al contrario. Comunque, mi sono inchinato di fronte a queste profonde motivazioni e ho tagliato il traguardo a mani alzate.
Piacevolissima, infine la cerimonia di premiazione [dell’edizione estiva, ndr], svoltasi in un bar di Cogne che si pregia di ospitare tutti i trofei dei precedenti vincitori in una bacheca ben in vista! A proposito, ho notato che in questa bacheca ormai non c’è più spazio: i precedenti vincitori sono stati dei megalomani: Mario, in particolare, non ha capito la differenza fra il prestigio della Champions League e la Marcia Gran Paradiso e così le sue coppe sono smisurate; io per ovviare ai problemi di spazio mi orienterò verso una "coppetta" di dimensioni più modeste (magari ci farò incastonare due rubini) ma di alto valore simbolico.
Bene, credo che possa bastare: un saluto a tutti i partecipanti di tutte le edizioni dell’Aicram, un saluto particolare all’ottimo organizzatore e sì, perché no, una cena tutti insieme,
Luigi Sorcelli
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Per ingrandire l’articolo comparso sulla Gazzetta Matin del 15 ottobre 2007, cliccaci sopra.
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Bravo Luigi, che con questo commento hai saputo descrivere al meglio l’ambiente della Marcia. Anch’io sono dell’opinione una cena commemorativa è una bella idea. Anzì varrebbe proprio la pena di organizzarla.
Ci rivedremo quest’inverno alla Marcia G.P. verà ?
Sì, quest’inverno bisogna assolutamente iscriversi in massa alla Granparadiso di fondo. Però non sarebbe male organizzarne una alternativa, magari con le racchette… In ogni caso, non mettiamo troppa carne al fuoco. A proposito di carne al fuoco, per la cena sono d’accordo anch’io!
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