Tra Pd e sindacati

 Un cartellone elettorale per le primarie del PdSono democratica perciò decido io. Lo dice il cartello. E, al di là dell’ironia, è un cartello sincero. Esprime la voglia di decisionismo del mondo politico. Perché occorre fare le riforme, indispensabili per non far arretrare il Paese. Quali riforme, come, sono dettagli: ora c’è Veltroni. Habemus leader. Ma io perché dovrei essere entusiasta del Partito democratico? C’era il PCI (tempi di prima) e non occorre essere nostalgici filosovietici per capire che, quando c’era una forza dalla parte dei lavoratori, i lavoratori stavano meglio.
 All’indomani del sì al referendum sul welfare (a proposito, è interessante l’uso dell’inglese: almeno tre persone, chiacchierando, mi hanno confessato di non sapere che cosa sia il welfare), Rossana Rossanda scriveva sul manifesto che non dobbiamo essere «sorpresi e amareggiati per le misure prese dal governo di centrosinistra». Con chi pensavamo di avere a che fare? L’Unione ha vinto le elezioni mettendo insieme la sinistra e quei partiti democratici che non sopportavano «i traffici e il disprezzo della costituzione» da parte dell’esecutivo Berlusconi, «ma che perlopiù avevano lasciato alle spalle, come i Ds, o non avevano mai avuto, come la Margherita, un impegno sociale». Perciò di cosa ci stupiamo? Perché avevamo supposto che Prodi avrebbe fatto qualcosa di sinistra? Perché dovremmo credere che Veltroni sia meglio di un altro? E' la cornice il problema. Oggi i grandi partiti condividono la stessa ideologia, sono convinti assertori della centralità del mercato, non accettano che i dogmi neoliberisti possano essere messi in discussione dal semplice fatto che il compito dello Stato dovrebbe essere garantire la felicità dei cittadini.
 Il Partito democratico non fa certo eccezione.
 Possiamo aspettarci che il Pd metta al primo posto la lotta alle forme contrattuali atipiche, o si erga a paladino delle pensioni? Mi sembra che tutto ciò sia stato negato dai fatti della recente cronaca politica. Possiamo aspettarci maggior tutela dei diritti civili, o credere che Rutelli incoraggerà l’amico Walter a presentare una legge a tutela dei diritti delle coppie di fatto? Che il Pd sarà laico? Che non permetterà a Stati uniti e Nato di calpestare l’articolo 11 della Costituzione?
 Se non possiamo aspettarci queste cose, perché si dovrebbe vedere di buon occhio la nascita dell’ennesimo contenitore mediatico, svuotato d’ogni senso? Non bisogna essere nostalgici stalinisti per provare un po’ di disagio sentendo Fassino, il grande traghettatore, che al congresso di scioglimento dei Ds apostrofa gli astanti dicendo: «compagni».
 
Intanto,
sindacati, governo e Confindustria (sarà un caso se dei tre è l'unica
che viene spontaneo scrivere maiuscola?) hanno "perfezionato" l'accordo
sul welfare
. Come deciso a luglio, dopo 36 mesi di precarietà
il lavoratore dovrà essere assunto a tempo indeterminato, a meno che
non si metta di mezzo un otacadnis
(sarà un caso se ho scritto
sindacato al contrario?) per prolungarne la "gavetta". Ma l'entrata in
vigore del provvedimento non sarà oggi, sarà tra 15 mesi
, durante i quali
continuerà a regnare la deregolamentazione più assoluta.
 E in 15 mesi
quante cose possono cambiare?


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