F16 parte da Aviano e precipita a due passi da un paese

 Caduta materiali dall'altoStrage sfiorata martedì scorso in Val di Zoldo (Belluno), dove un aereo militare F16 decollato dalla base statunitense di Aviano è precipitato dopo avere sfiorato le abitazioni di Fusine e Soramaè, frazioni del comune di Zoldo Alto. L’incidente, secondo indiscrezioni, sarebbe imputabile a un’avaria del motore. Soltanto l’abilità del pilota, poi salvatosi grazie al paracadute, avrebbe permesso di evitare le case. A quanto pare, l’F16 americano stava effettuando «un’operazione di routine» e non trasportava armi. Ancora una volta la base militare di Aviano è responsabile di un incidente aereo, evenienza che rientra nell’ordine delle probabilità anche senza supporre una particolare mancanza d’attenzione da parte delle forze aeree Usa, perché una base militare è di per sé fonte di rischio per il territorio che la circonda. Il pensiero dei testimoni e degli abitanti dell’area è subito andato al 3 febbraio 1998 «quando», rileva il Comitato unitario contro Aviano 2000, «un aereo militare partito […] dalla base di Aviano tranciò il cavo della funivia del Cermis, in Val di Fiemme e provocò la morte di 20 persone». Ma se il rischio è condizione endemica in presenza di strutture militari di questo tipo, spetta alla politica compiere una valutazione del rapporto costi benefici: quale reale esigenza difensiva giustifica il pericolo che le basi militari Usaf costituiscono per la sicurezza della popolazione civile? Ad Aviano, ad esempio, sono dislocate 50 bombe termonucleari, ciò che fa della struttura friulana la più importante base nucleare d’Europa (nonostante l’Italia aderisca al Trattato di non proliferazione nucleare). I comandi americani hanno detto che l’aereo caduto era disarmato. Anche a crederci senza riserve, è normale provare una certa apprensione pensando a quell’altro bombardiere americano che, giusto qualche settimana fa, aveva sorvolato gli Usa (la Madrepatria!) armato «per errore» di testate atomiche.
 
Di fronte all’esistenza reale di un pericolo, cui vanno aggiunti elementi di disagio per la popolazione, come l’inquinamento prodotto dai velivoli e il loro rumore assordante, il programma elettorale dell’Unione aveva proposto di ridefinire le «servitù militari». Oggi il governo Prodi ha riconfermato tutti gli accordi del precedente esecutivo con l’amministrazione Bush, anche quelli puramente verbali, come il placet di Roma per la costruzione di una nuova base al Dal Molin di Vicenza, o l’acquisto di più di cento bombardieri F35 di nuova generazione, o ancora gli accordi di cooperazione militare con Israele. Questo atteggiamento dispiace, soprattutto perché mancano condizioni di necessità tali da giustificare gli inconvenienti e il rischio accollati alle comunità che, dal canto loro, hanno cominciato a difendersi da decisioni prese al di sopra della volontà popolare. L’esempio vicentino è uno stimolo per tutte le comunità che lottano per dire no alla strategia della guerra preventiva e permanente voluta dal presidente americano, cui l’Italia aderisce nonostante l’andamento fallimentare delle guerre in Medio Oriente ne abbia messo in discussione non solo la legittimità, ma persino la convenienza.
 
«È giunto il momento anche per noi di alzare la testa […] di manifestare la nostra ostilità allo scempio di territori utilizzati come servitù militari», scrive sul suo blog il Comitato unitario contro Aviano 2000. E intanto decine di consiglieri, sindaci, associazioni, sindacati, esponenti della sinistra hanno scritto al prefetto di Pordenone, chiedendo delucidazioni circa l’F16 precipitato. «Noi cittadini che da tanti anni viviamo vicino alla base Usaf di Aviano», esordisce la lettera, «con questo ennesimo incidente che fa parte di una lunga lista di altri incidenti imputabili alla presenza di questa base di guerra nel nostro territorio (jet caduti, pezzi persi per strada, bombe e serbatoi in orti e giardini) oltre alla presenza delle cinquanta testate nucleari, senza dimenticare la tragedia del Cermis, esprimiamo una forte e sentita preoccupazione per la sicurezza di tutti i cittadini della provincia di Pordenone». I firmatari chiedono inoltre spiegazioni circa la richiesta «da parte dei carabinieri italiani e dei militari americani di far firmare un documento all’uomo che ha incontrato il pilota statunitense sulla strada, perché non riveli nulla sull’accaduto». Sulla zona dell’incidente, infatti, è subito calato il «segreto militare» che, insieme allo speciale regime giuridico dei militari americani in Italia, mai perseguibili dai nostri tribunali, è un altro elemento di fastidio e preoccupazione per gli abitanti chiamati a convivere col personale delle basi.


 Circa il bombardiere che ha sorvolato gli Usa armato di testate atomiche, consiglio di consultare L'opzione nucleare nella guerra Usa in Iran: danzando verso l'abisso, di Lucio Manisco.

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Una risposta a F16 parte da Aviano e precipita a due passi da un paese

  1. ilaria scrive:

    a soramaè nella val di zoldo si è dispersa l’idrazina, liquido estremamente tossico e inquinante contenuto in uno speciale serbatoio stagno da 25 litri posto all’interno della fusoliera.

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