Pochi giorni fa, con una lettera, chiedevo al ministro dell’Ambiente, il verde Pecoraro Scanio, un impegno del governo per la realizzazione del catasto delle aree incendiate, momento preliminare per garantire la loro non edificabilità e scoraggiare l’azione dei piromani. L'altro ieri il Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha dato tempo fino a ottobre ai comuni per realizzare le mappature previste, dopodichè il compito passerà di mano, coinvolgendo i prefetti. «Si ritorna allo Stato», ha detto Amato; «in questo modo le prefetture faranno questo benedetto catasto che altrimenti non si farà mai».
Per una volta, questo blog ringrazia il governo (lo impone l’onestà intellettuale), normalmente bersaglio di critiche. Ma spero tanto che si possa imparare qualcosa dall’emergenza incendi dell’estate; qualcosa che trascende i roghi, le devastazioni e addirittura le morti delle ultime settimane. Mi auguro che si cominci a rendercisi conto che decentrare i poteri dello Stato non è sempre una scelta opportuna o, per così dire, una buona idea e che regioni e comuni non sono necessariamente capaci di gestire competenze finora prerogativa dello Stato; non nell’emergenza, magari, ma a volte neppure nella quotidianità.
Lo stesso Amato ha parlato di un «tragico tagliando del nostro sistema di decentramento di governo», né ci si poteva aspettare altro, in coscienza, da un decentramento che la politica ha deciso adeguandosi ai dettami dell’economia. Quale fiducia possiamo concedere infatti a riforme istituzionali pretese dal solo mondo economico, dai fondamentalisti del neoliberismo, secondo i quali lo Stato deve ritirarsi da tutti gli ambiti del sociale?
Così, l’augurio è che l’emergenza vissuta possa almeno farci riflettere tutti. Compresi magari i profeti del federalismo fiscale, o – già che ci siamo – del “meno tasse per tutti” (l’unico modo per avere tasse più snelle senza privare l’amministrazione pubblica dei fondi necessari al suo corretto funzionamento è pagare tutti le tasse).
Purtroppo accade spesso che le speranze siano vane, come lascia pensare l’attivismo delle ultime settimane del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, rivolto contro lo «Stato predatore», cui chiede con insistenza meno tasse alle imprese, in virtù del vecchio adagio per cui esse sarebbero «le sole che possono creare maggiore crescita e più benefici per tutti». Ancora una volta si pensa di delegare al privato ciò che compete allo Stato, ma la buona accoglienza presso i centristi di tutti gli schieramenti (prossima maggioranza di governo?) sembra non lasciar presagire nulla di buono.
E forse è giunto il momento di farsi sentire (dico a chi non accetta le lusinghe del pensiero unico liberista). Ancora una volta, mi rivolgo alle comunità in lotta (Vicenza, in particolare, che sta preparando il No Dal Molin Festival dal 6 al 16 settembre; oppure il Val di Noto, dove il Tar sembra aver dato ragione ai petrolieri americani, quindi – se non succederà qualcosa – le trivellazioni si faranno). Ma mi rivolgo più in generale a tutti coloro i quali abbiano a cuore la sopravvivenza dello Stato sociale, delle conquiste economiche e sociali degli anni Sessanta e Settanta, anacronistiche soltanto nella mente dei vari Montezemolo o Padoa Schioppa, che di tali conquiste non hanno alcun bisogno.
Porgo un invito, ad esempio, a partecipare alla grande mobilitazione del 20 ottobre a Roma, contro la precarietà e i tagli al welfare, e per i diritti civili e la cittadinanza, in modo da far capire a chi ci governa che non necessariamente crediamo tutti ai loro giochini. Del resto, i soldi non sono mai un problema; alla fine si trovano sempre: bisogna soltanto vedere come si decide di utilizzarli.
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A proposito dell’emergenza incendi, il governo ha anche nominato Commissario straordinario con delega per il superamento dell’emergenza nelle regioni più colpite (Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Il suo mandato, piuttosto tardivo, scadrà alla fine del 2007: e questo che significa? Che arriveremo all’estate 2008 e, verosimilmente, alla prossima emergenza incendi, nuovamente “scoperti”? Prego l’esecutivo di cominciare ad attivarsi sin dall’inverno – in fondo è sempre meglio prevenire…