2 giugno, festa della Repubblica, quella italiana, quella fondata sul lavoro, dove il lavoro manca, o è nero, o muori sul lavoro, oppure hai tanto culo.
Festa della Repubblica, che ci vuole tutti uguali, che per solidarietà con gl'immigrati tra poco aprirà le gabbie di qualche cpt anche ai cittadini regolari…
La nostra Italia democratica, che recita milioni di parole e tratta tutti allo stesso modo: come se non esistesse nessuno, a parte l'aumento del Pil.
A meno che non si tratti di dare (soldi, braccia, il voto, un altro chilo di pazienza), allora siamo importanti.
O di ricevere (programmi televisivi per cerebrolesi, dépliant pubblicitari, finte notizie sui giornali e, dulcis in fundo, qualche rimbrotto di Prodi su Repubblica), perché non si può sempre e solo dare.
La Repubblica oggi festeggia, senza sapere cosa: e la parata militare avanza lungo il viale (ho finito con il convincermi che si tratti di un rito giusto, coerente, in quanto rappresenta appieno l'essenza del Paese odierno, sempre più militarista e interventista indipendentemente dai governi; e allora ben vengano biglietti da visita come questo: si festeggi la Repubblica con le forze armate, si eviterà perlomeno un'altra "mano" d'ipocrisia!).
I nostri governanti sono in festa e fanno i loro piani: avremo nuova retorica, nuove promesse, nuova stizza…
Ma buona festa della Repubblica anche a quelli che non hanno una poltrona, e a quelli che non si sono uniformati.
Alla Carovana contro la guerra, che oggi fa la controparata a Roma. A chi sabato prossimo raggiungerà la capitale, per dichiarare l'"ospite" George Bush persona non gradita, a tutti quelli che continuano a lottare per una società diversa, con i loro corpi e con le loro idee… A tutti quanti un brindisi e, in omaggio, un piccolo discorso del ministro Amato!
L'invito per tutti è a Roma, sabato prossimo, in piazza della… Repubblica (per l'appunto).
E visto che ci siamo… anche al 9 giugno. Il 9 giugno tutti a roma a dare il benvenuto a Giorgio Doppiavvu Cespuglio