Amato ministro…

 Alla c. a. del Ministro dell'Interno, on. Giuliano Amato

 E, p. c., al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Romano Prodi

 Aosta, 1° giugno 2007

  

 Signor Ministro, 

 le scrivo, con un po’ di ritardo, in merito a quanto successo lo scorso 23 maggio, in occasione della commemorazione del quindicesimo anniversario della strage di Capaci. Mi riferisco al suo botta e risposta con il presidente della consulta studentesca di Palermo, Francesco Cipriano, durante il dibattito nell'Aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, dal tema “L'Italia che cambia: politica, istituzioni e società”. In quell’occasione, il giovane studente le ha ricordato che in Parlamento siedono 25 condannati definitivi e che il Presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, è attualmente imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra in un processo a Palermo. Infine, le ha suggerito di mettere più impegno nella lotta contro la mafia, esprimendosi – è vero – in maniera un po’ colorita (“Metteteci le palle”). Che cos’abbia fatto, il ragazzo in questione, colpevole di abitare in una regione d’Italia troppo spesso dimenticata dallo Stato, per suscitare la sua ira, mi piacerebbe saperlo.

 “Capo populista”: così lei lo ha definito. “Esprimi in modo unilaterale, retorico, emotivo, senza lasciare spazio per l'interlocutore, un sentimento giusto che e' diffuso, ma senza ragionarci sopra è un pericoloso esercizio che è velenoso per la democrazia”, ha aggiunto. E ha sottolineato che i 25 parlamentari condannati hanno condanne di tipo diverso, tra le quali bisogna saper “distinguere”. "Ci possono essere condanne per reati minori che permettono, una volta scontata la pena, la piena riabilitazione, mentre altre condanne non portano alla riabilitazione. Se non fai questa distinzione, diventi un giustizialista ingiusto”.

 Più avanti, nel corso della lettera, proverò a fare la distinzione che lei suggerisce, citando nomi cognomi e tipo di reato dei 25 onorevoli condannati. Prima, però, mi permetta ancora una parola: nella sua replica, Signor Ministro, lei ha arrogato alla sua parte politica di aver fatto molto per la lotta alla mafia. Come mai, però, gli unici martiri dell’antimafia siano magistrati e agenti di polizia, questo non lo ha spiegato. Perché nessun Presidente del Consiglio, Ministro degli Interni o semplice parlamentare sia stato non dico ucciso, ma quantomeno sfiorato da un proiettile, non ci è dato sapere. Se l'azione della politica fosse davvero pericolosa per la mafia, però, sarebbe legittimo aspettarsi questo tipo di reazione…

 Ma torniamo ai 25 condannati e agli eventuali legami tra il mondo della politica e Cosa nostra. Le offro un momento di svago. Il dialogo che segue, infatti, è puramente immaginario: difficilmente, in Italia i cittadini sono in possesso di dati concreti sui tanti scandali e malcostumi che affliggono il Paese. Reali sono invece i dati riportati, aggiornati, lo ammetto, all'estate dell'anno scorso. Magari, nel frattempo, qualcosina è cambiata. Glieli presento, qualora li ritenesse degni della sua attenzione. Ci troviamo in una qualsiasi città d’Italia, sul far della sera, una di quelle tiepide serate di giugno, su una panchina di legno in un piccolo parco di periferia.

 Due pensionati discutono di politica, se così si può dire.

 Silvio: Questo Paese non sa che cosa sia la riconoscenza… Ci hanno mandato a casa senza tante storie.

 Romano: Parli proprio tu! Con i tipacci di cui ti sei circondato, era inevitabile che i cittadini si mettessero in testa di fare pulizia!

 Silvio: Sarebbe colpa mia, allora? Avrei tirato troppo la corda? Parla quello che ha portato in Parlamento l’estrema sinistra terrorista! Prendi quel comunista, quello dei centri sociali, Daniele Farina! Condannato per fabbricazione, detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e inosservanza degli ordini dell’autorità! Ce l'avrei messo io, quello, a Montecitorio? Oppure quell’altro, Sergio D’Elia, condannato a 25 anni per banda armata e concorso in omicidio! Uno che nel ’78 a Firenze ha preparato l’assalto al carcere delle Murate…  Ed è rimasto ucciso un agente, Fausto Dionisi, non dimentichiamolo… Ora voi, questo bel tipo, l’avete fatto segretario della Camera!

 Romano: Certo, perché quando si parla di ordine e legalità si pensa sempre alla destra, è logico! E allora che mi dici di Marcello De Angelis, senatore di Alleanza nazionale, condannato in via definitiva a 5 anni per banda armata e associazione sovversiva come elemento di spicco del gruppo neofascista Terza Posizione? O di Domenico Nania, suo compagno di partito, condannato per lesioni personali volontarie? In confronto, Mario Borghezio, eurodeputato della Lega, condannato a 2 mesi e 20 giorni per aver dato fuoco al pagliericcio di alcuni immigrati che dormivano sotto un ponte a Torino, fa quasi tenerezza! E infatti il carcere non l’ha visto neanche col binocolo: ha pagato 3.040 euro di multa e poi… Libero come l’aria!

 Silvio: Capo populista, attento a come parli! A fare di tutta l’erba un fascio si diventa fascisti… E allora che cosa hanno dovuto pensare gli italiani del buon Vincenzo Visco, sottosegretario all’Economia e Finanze, quello che voleva far pagare le tasse a tutti, quant’era onesto lui! Condannato per abusivismo edilizio dopo aver ampliato la sua casa di Pantelleria…

 Romano: Chissà se ha fatto in tempo a beneficiare del vostro condono, allora. E intanto con le tasse ci abbiamo fatto il tesoretto! Guai se tutti fossero come il vostro Alfredo Biondi, invece, che ha patteggiato 2 mesi per evasione fiscale… E intanto nel 2001 gli hanno revocato la condanna, perché avete abrogato il reato…

 Silvio: Ecco, sei bravo a girare la frittata… Sempre la colpa a noi! E allora Enzo Carra, deputato dell’Ulivo, 1 anno e 4 mesi definitivi per false dichiarazioni al pm sulla tangente Enimont?

 Romano: Lascia perdere le tangenti, che non ti conviene! Massimo Maria Berruti, Forza Italia, 8 mesi per favoreggiamento nel processo tangenti Guardia di Finanza! Vito Monsignore, eurodeputato Udc, 2 anni per tentata corruzione nell’appalto per l’ospedale di Asti. Umberto Bossi, eurodeputato, 8 mesi per la tangente Enimont. E poi lo splendido Giampiero Cantoni, senatore di Forza Italia, ex presidente della Bnl, inquisito e arrestato per corruzione, bancarotta fraudolenta e altri reati, che ha patteggiato pene per circa 2 anni e risarcito 800 milioni delle vecchie lire…

 Silvio: Va bene, basta… Effettivamente parlare di tangenti non mi è mai piaciuto… E poi il vero scandalo, in questo Paese, non sono le tangenti, sono le Coop rosse, di cui peraltro non si parla mai!

 E i due pensionati continuano a scambiarsi accuse, come ci si scambia battute tra amici di lunga data, ormai accomunati dalla medesima visione del mondo e della vita. Dopo qualche minuto si alzano in piedi e si allontanano, ognuno diretto verso casa propria. Ma fanno ancora qualche passo insieme, senza parlare. Uno spinge la bicicletta tenendola per il manubrio. L’altro è intento a rimuginare, cercando di decidere in quale delle sue ville passerà la notte.

 E qui finisce la storia, signor Ministro. Ma l’elenco dei parlamentari italiani condannati in sede definitiva è ancora lungo, purtroppo. Vuole che ci diamo un’occhiata? E allora continuiamo, in ordine rigorosamente alfabetico, con Paolo Cirino Pomicino, 1 anno e 8 mesi per finanziamento illecito della tangente Enimont e 2 mesi patteggiati per corruzione per i fondi neri Eni. Marcello Dell’Utri, senatore di Forza Italia e membro del Consiglio d’Europa, 2 anni per frode fiscale e false fatturazioni a Torino; 6 mesi patteggiati a Milano per altre faccende di false fatture Publitalia. Antonino del Pennino (Forza Italia), condannato per finanziamento illecito. Gianni De Michelis (eurodeputato Nuovo Psi), 1 anno e 6 mesi patteggiati a Milano per corruzione per le tangenti autostradali del Veneto; 6 mesi patteggiati per finanziamento illecito Enimont. Lino Jannuzzi, Forza Italia: 2 anni e 4 mesi per diffamazioni varie, graziato dal Capo dello Stato. Giorgio La Malfa (Gruppo misto), 6 mesi e 20 giorni per finanziamento illecito Enimont. Roberto Maroni (Lega Nord), 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale durante la perquisizione della polizia nella sede di via Bellerio a Milano. Giovanni Mauro, Forza Italia, diffamazione aggravata. Aldo Patriciello (eurodeputato Udc), finanziamento illecito. Cesare Previti (Forza Italia), 6 anni per corruzione giudiziaria. Egidio Sterpa, Forza Italia: 6 mesi per la solita tangente Enimont. Antonio Tomassini, Forza Italia, medico chirurgo, condannato dalla Cassazione a 3 anni per falso. E, dulcis in fundo, Alfredo Vito, Forza Italia: 2 anni patteggiati e 5 miliardi (di lire) restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli.

 È normale che uomini condannati in via definitiva dalla magistratura siano – non dico in libertà, non nutro alcun desiderio di vendetta – in Parlamento? Pagati con i soldi dei cittadini onesti? È normale che ai fantastici 25 si debbano aggiungere 10 prescritti, 8 condannati in primo grado, 17 imputati in primo grado, 19 indagati, 1 imputato in udienza preliminare, 1 prosciolto per immunità parlamentare, 1 colpevole assolto per legge?

 Certo, al primo posto, nella nostra speciale classifica c’è Forza Italia (con 29 parlamentari alle prese, in maniera diversa, con la magistratura), seguita da Alleanza nazionale (14), Udc (10), Lega Nord (8), Movimento per l’autonomia (1), Dc (1), Psi (1), Gruppo Misto (1: Andreotti). In tutto, insomma, il centrodestra è a quota 65.

 Ma il "suo" centrosinistra incalza, piazzandosi a quota 17:
Margherita (6), Ds (6) [ergo: il nascente Partito democratico salirà al terzo posto in classifica, con 12 punti], Udeur (2), Rifondazione comunista (2), Rosa nel pugno (1).


Non tutti i reati sono dello stesso tipo, si capisce. Infatti, Signor Ministro, tra Montecitorio, Palazzo Madama e l’Europarlamento, il catalogo è vasto! Si passa da 18 casi di corruzione, a 16 di finanziamento illecito, a 10 di truffa, 9 di abuso d’ufficio e di falso, 8 di associazione mafiosa, 7 di bancarotta fraudolenta e turbativa d’asta, 6 di associazione per delinquere, resistenza a pubblico ufficiale e falso in bilancio, 5 di attentato alla Costituzione, attentato all’unità dello Stato e formazione di struttura paramilitare fuorilegge, 4 di favoreggiamento, concussione e frode fiscale, 3 di diffamazione, abuso edilizio e lesioni personali, 2 di banda armata, corruzione giudiziaria, peculato, estorsione, rivelazione di segreti, per concludere in bellezza con casi singoli di omicidio, associazione sovversiva, istigazione a delinquere, favoreggiamento mafioso, aggiotaggio, percosse, violenza a corpo politico, incendio aggravato, calunnia, falsa testimonianza, voto di scambio, appropriazione indebita, violazione della privacy, oltraggio, fabbricazione di esplosivi, violazione di diritti d’autore, frode in pubblico concorso e adulterazione di vini.

 Sono d'accordo con lei, Signor Ministro: sarebbe qualunquismo mettere tutto sullo stesso piano. Ma, di fronte a un panorama onestamente indifendibile, era proprio necessario prendersela con un ragazzo che cerca di capire l'incomprensibile? L'intollerabile? Non crede che sia giunto il momento di dimostrare un poco di riguardo nei confronti dei cittadini italiani?

 Il mio invito, Signor Ministro, è semplice e pressante. Lo rivolgo a lei e a quanti, in Parlamento, conservino un po' di dignità. Promuovete un'azione "seria" (come direbbe il Presidente Prodi) per fare un po' di pulizia. E se proprio volete essere casta, che cosa v'impedisce di ripulirla almeno degli elementi peggiori, questa vostra casta?

 L'appello finale, me ne rendo conto, rappresenta una caduta di stile. Ma che cosa può dire un cittadino, al punto in cui siamo?

 La prego di pensarci un po' sopra.

 Mario Badino

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