Mi ha risposto Diliberto!

 Lo so che non vuol dire, ma finalmente qualcuno ha risposto a una delle tante lettere che ho spedito e raccolto nella sezione Posta prioritaria del blog! Mi ha scritto Oliviero Diliberto, segretario Pdci, a proposito dell’Appello alla “Cosa rossa”. Naturalmente è un messaggio molto breve: nella sua mail, il segretario si dice d’accordo con me sul fatto che, dovendo unire la sinistra, bisogna farlo bene, evitando di mettere in piedi contenitori elettorali vuoti. In ogni caso sono contento, perché è la prima volta che qualche politico ritiene di dover rispondere a una mia lettera, che poi è la lettera di un cittadino. Ho deciso d’inserire la risposta ricevuta in calce all’appello, dove pubblicherò le altre eventuali risposte (anche di semplici lettori). Come al solito, poi, chiunque lo vorrà potrà lasciare un commento. Infine, vedrò di linkare alla pagina tutti gli articoli che si occuperanno del processo di costruzione della nuova sinistra italiana.
 NB: Per evitare “dispersioni”, da oggi il banner cliccabile riprodotto qui a fianco campeggia nella colonna di destra.

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Il “pacco-sicurezza”

 Vai in prigione direttamente e senza passare dal VIA!"Non è aumentando le pene che si risolvono i problemi", dice il ministro Ferrero, motivando la sua astensione su alcuni punti del pacchetto sicurezza votato dal consiglio dei ministri. "I sindaci devono occuparsi di amministrare e le forze dell'ordine della sicurezza", aggiunge. "E' sbagliato sbattere in galera chi vende borse griffate contraffatte: non è un'emergenza sociale". E, infine, non è utile "escludere sempre le pene alternative". "Penso che il carcere per le piccole detenzioni, specie per i più giovani, non sia un elemento che aiuta a recuperare chi commette dei reati". Parole piene di buon senso, che sottoscrivo volentieri. Infatti, dopo l'indulto, misura votata dalla maggioranza assoluta dei parlamentari ma oggi dagli stessi variamente rinnegata, le carceri nostrane hanno già superato il limite di capienza regolare. Tra poco si tornerà ai livelli di sovraffollamento che hanno giustificato l'indulto. Bisognerà ripetere tale misura, quindi, oppure lasciare in condizioni disastrate la popolazione carceraria della Penisola. Alcuni, credendosi furbi, propongono di costruire altre carceri: lavori, soldi, cemento. Ma se davvero continueremo a individuare nella carcerazione l'unico intervento applicabile a chi commette reati (anche se il reato è essere clandestino senz'avere altre colpe, o aver fumato qualcosa di proibito, o magari aver proposto di lavare un vetro) di quanti nuovi carceri dovremo costellare la nostra liberissima Italia?
 
Sono contento che il ministro Ferrero abbia proposto un criterio diverso: la prigione va usata per le "emergenze sociali": soltanto quando lasciare una persona in libertà potrebbe essere pericoloso per tutte e per tutti. Se così non fosse, non vi sarebbe alcuna differenza tra sanzione e vendetta. Intanto, però, il ddl è passato e la filosofia repressiva che lo ispira sembra ancora una volta vincente…
 Bene invece l'aver ripristinato pene severe per il reato di falso in bilancio. Senza paura di contraddirmi, poiché si tratta di un reato potenzialmente dannosissimo per la società, non esito a definirmi contento del fatto che, per una volta, il governo abbia messo gli occhi sulla sfera sociale più alta…

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Evviva Trenitalia!


 
 I binari si perdono lontano, dove l’orizzonte accoglie l’infinito.
 Quando ci abituano a viaggiare stipati come buoi, dopo diventa difficile protestare per la privazione dei diritti. L’abitudine fa e dopo un po’ crediamo anche alle loro barzellette: che non ci siano i soldi, per cominciare, quando si danno fondi sempre più consistenti alla Difesa, quando si fanno sgravi a imprenditori impegnati a precarizzare l’intera società nel tentativo donchisciottesco di competere coi cinesi sul costo del lavoro, quando ci si prodiga in aiuti alle scuole private. Tutto ciò ha ben poco di costituzionale, perché i tre aspetti sopra citati cozzano mirabilmente con altrettanti articoli della Costituzione. (Art. 11: L'Italia ripudia la guerra; Art. 4: La Costituzione riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto; Art. 33: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza onere per lo Stato) Forse la rivoluzione la fanno i poveracci, perché chi c’ha ha troppo per rischiarlo. Così la nostra società ha compiuto il gran prodigio, tenendoci sospesi in mezzo a un limbo: troppo benestanti per volerci ribellare, troppo poveri per far valere i nostri diritti. Siamo una massa di consumisti a rischio povertà, pronti a scannarci per una manciata di perline, a dare addosso al primo lavavetri, che c’indispone per la troppa somiglianza con noialtri. Continua a leggere

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Lettera ai segretari della “Cosa rossa”

 
Roma, 20 ottobre 
 Ho scritto ai segretari di Comunisti italiani, Rifondazione, Sinistra democratica, Verdi.
La mia lettera vuole essere un incitamento a far bene, senza perdere tempo, sull’onda del successo della manifestazione di sabato. Ma per essere sinistra non basta unirsi: bisogna garantire le istanze di un popolo, e dettare qualche condizione.
 Diliberto ha risposto! E’ la prima volta che un politico prende in considerazione una mia lettera, cioè la lettera di un cittadino. Sono molto contento e ho deciso di pubblicarla in calce all’appello. Dopo Diliberto ha risposto anche Mussi. Prendo atto del fatto che non tutti i politici sono ugualmente distanti. Naturalmente, anche questa seconda lettera è pubblicata sotto l’appello.
 


 Alla cortese attenzione degli onorevoli Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Fabio Mussi, Alfonso Pecoraio Scanio e, per conoscenza, all’attenzione del Presidente del Consiglio, on. Romano Prodi, del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ai mezzi d’informazione.

 Giovedì 25 ottobre 2007


 Carissimi compagni,
 (poiché così vi piace ancora essere chiamati) al tempo in cui PC non significava ancora personal computer esisteva un motto che diceva: «Proletari di tutto il mondo, unitevi». Oggi dobbiamo chiederci per prima cosa se non sia estinto lo stesso concetto di «proletario», il che dovrebbe imporci di cercare di capire che cosa voglia e debba essere la sinistra oggi, in Italia e nel mondo. La manifestazione del 20 ottobre a Roma, contro ogni precarietà, contro la guerra, per i diritti di tutte e di tutti fornisce un programma chiaro da seguire, un invito, da parte del popolo di sinistra, i vostri elettori, la base, a ricominciare un’azione politica «altra», a partire da una piattaforma precisa, non negoziabile. Continua a leggere

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Ancora sul bavaglio a internet


 
All'estero si ride...
 
 Che cosa penso esattamente di Beppe Grillo lo dirò prima o poi. Sicuramente, è bene che di certe cose si occupi lui. La notizia del ddl incriminato dovrebbe essere partita da qui, ma è un fatto che solo dopo l’interessamento del comico genovese il Consiglio dei Ministri abbia fatto un mezzo dietro front (solo mezzo, a quanto pare). Addirittura, la notizia è stata pubblicata da boing boing, il terzo blog del mondo (è divertente leggere i commenti), e dal Times.
 Non deconcentriamoci…

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Marco Travaglio presenta Uliwood Party

 

 
 
Tre istantanee e tre diverse angolazioni dell’espace populaire di Aosta gremito per Marco Travaglio, in occasione della presentazione di Uliwood Party, volume che raccoglie gli articoli pubblicati dal giornalista sull’Unità, cronaca impietosa del primo anno e mezzo di governo del centrosinistra. Quello che segue è il racconto della serata, nella quale Travaglio ha “distrutto”, col suo stile sarcastico ma estremamente puntuale l’attuale maggioranza di governo. Le idee esposte non coincidono sempre con le mie, anche se – nel complesso – il mio giudizio sull’operato del governo Prodi è altrettanto negativo.
 Come chi mi segue da un po’ aveva forse intuito.

 

 
Marco Travaglio all'espace populaireTravaglio esordisce brutalmente, dicendo che quando il governo cadrà (molto presto) se lo sarà abbondantemente meritato. In due anni, infatti, l’attuale maggioranza è riuscita a bruciare grandissima parte del consenso che le aveva consentito di vincere le elezioni. Le cose buone fatte dall’esecutivo di centrosinistra sono, secondo Travaglio, due. Da un lato il ritiro dei nostri soldati dall’Iraqma, per qualche ragione misteriosa, non dall’Afghanistan») e dall’altro la politica di risanamento economico. Travaglio loda l’uscita del ministro dell’Economia, Padoa Schioppa, che ha definito «bellissime» le tasse, perché è stato l’unico a farlo. Negli ultimi anni, infatti, il berlusconismo si è esteso talmente che molti, anche nel centrosinistra, sono diventati berlusconiani senza neppure accorgersene. Quando nel ’94 il Cavaliere aveva detto che l’evasione fiscale non era un male, c’era stato un grande moto d’indignazione. Oggi no. Per Berlusconi bisogna tagliare le tasse, indipendentemente dal fatto che vi sia chi le paga e chi no, o da quali siano le esigenze dello Stato. Il che, commenta il giornalista, è «delinquenziale e demenziale». La cosa da fare, infatti, è pagare tutti per pagare meno, non, come sostiene l’ex premier, abbassare le tasse per convincere tutti a pagarle. «Nei Paesi seri», dice ancora Travaglio, «chi non paga il fisco finisce in galera». A proposito della berlusconizzazione della politica italiana, è esemplare come Veltroni, nel suo discorso agli imprenditori del nord est abbia recuperato il principio del leader di Forza Italia, secondo il quale occore pagare meno per pagare tutti. Continua a leggere

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20 ottobre: le foto del corteo e una riflessione.

 Roma, piazza EsedraLa cronaca. Partenza col pullman all’una di notte. Due pause pipì, una semplice, a Ovada; con colazione inclusa la seconda, ad Arezzo. Finalmente rivedo il cielo dell’Italia centrale, così grande, bello. La Toscana cede il posto all’Umbria. Oggi il manifesto ha la prima pagina a colori, il titolo è: «Avanti pop». Non abbiamo ancora incontrato nessun pullman di manifestanti, ma siamo decisamente in anticipo. Abbiamo sorpassato tre barche, invece, trasportate su rimorchio. Intorno, nei campi, balle di fieno arrotolate. Dicono che oggi farà freddo, ma fortunatamente è uscito il sole.
 A Roma ci disperdiamo appena scesi dal pullman, dandoci appuntamento in piazza Esedra alle due e mezza. Silvia e io vagabondiamo un po’ per il centro. Davanti a Montecitorio stanno girando una fiction, con Massimo Boldi nei panni di un onorevole. Continua a leggere

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