Lettera ai segretari della “Cosa rossa”

 
Roma, 20 ottobre 
 Ho scritto ai segretari di Comunisti italiani, Rifondazione, Sinistra democratica, Verdi.
La mia lettera vuole essere un incitamento a far bene, senza perdere tempo, sull’onda del successo della manifestazione di sabato. Ma per essere sinistra non basta unirsi: bisogna garantire le istanze di un popolo, e dettare qualche condizione.
 Diliberto ha risposto! E’ la prima volta che un politico prende in considerazione una mia lettera, cioè la lettera di un cittadino. Sono molto contento e ho deciso di pubblicarla in calce all’appello. Dopo Diliberto ha risposto anche Mussi. Prendo atto del fatto che non tutti i politici sono ugualmente distanti. Naturalmente, anche questa seconda lettera è pubblicata sotto l’appello.
 


 Alla cortese attenzione degli onorevoli Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Fabio Mussi, Alfonso Pecoraio Scanio e, per conoscenza, all’attenzione del Presidente del Consiglio, on. Romano Prodi, del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ai mezzi d’informazione.

 Giovedì 25 ottobre 2007


 Carissimi compagni,
 (poiché così vi piace ancora essere chiamati) al tempo in cui PC non significava ancora personal computer esisteva un motto che diceva: «Proletari di tutto il mondo, unitevi». Oggi dobbiamo chiederci per prima cosa se non sia estinto lo stesso concetto di «proletario», il che dovrebbe imporci di cercare di capire che cosa voglia e debba essere la sinistra oggi, in Italia e nel mondo. La manifestazione del 20 ottobre a Roma, contro ogni precarietà, contro la guerra, per i diritti di tutte e di tutti fornisce un programma chiaro da seguire, un invito, da parte del popolo di sinistra, i vostri elettori, la base, a ricominciare un’azione politica «altra», a partire da una piattaforma precisa, non negoziabile.
 Che i partiti e i movimenti della sinistra d’alternativa si uniscano è non solo auspicabile, ma necessario. Una sinistra unita e forte, tuttavia, dovrà necessariamente emanciparsi dal pensiero unico liberista e pure dal ricatto della caduta del «governo amico», continuamente brandito dai centristi dell’Unione. La manifestazione del 20 ottobre, affollata, partecipata, dovrà spingere verso una concezione nuova della politica, attraverso l’incontro dei militanti in occasione degli Stati generali, attraverso la cessione del potere dal vertice dei partiti verso la base, attraverso la presentazione di programmi politici che non si accontentino di governare l’esistente, anche qualora questo dovesse comportare l’uscita dall’esecutivo. Pena l’omologazione, quindi la scomparsa, della sinistra dal panorama politico italiano.
 Chi è sceso in piazza il 20 ottobre giudicherà dagli atti concreti la bontà delle vostre intenzioni. Lavoro e pensioni, riequilibrio della ricchezza, conquista del diritto al reddito e all’abitare, diritti civili e laicità dello Stato, cancellazione delle leggi contro la libertà, cittadinanza e pienezza di diritti per i migranti, taglio delle spese militari, fine delle servitù militari, ritiro dall’Afghanistan, rifiuto della guerra preventiva di Bush: sono queste le prime realtà con le quali dovrete confrontarvi.
 Non voglio credere che un’esperienza ricca e preziosa come quella della sinistra italiana sia veramente finita.
 Per questo, con tutto il cuore, vi faccio un caloroso in bocca al lupo!
 
 Mario Badino


 Pubblico di seguito (e in ordine di arrivo) la risposta di Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti italiani e quella del ministro Fabio Mussi, leader di Sinistra democratica.
 
 Caro Mario,
 ho ricevuto la tua lettera e posso dire di condividere gran parte delle tue analisi. È vero, un contenitore, senza un programma chiaro, non va avanti e i punti da te elencati sono un buon viatico per un percorso comune: pace, lavoro, pensioni solidarietà sociale.
 In poche parole invertire rotta alle politiche neoliberiste attuate in questi ultimi venti anni. Per fare questo c’è bisogno di una sinistra unita, ma anche determinata nel far sentire la voce dei lavoratori in questo paese.
 Un caro saluto.
 
 Oliviero Diliberto


 Ci stiamo lavorando. Sono d’accordo con tutto, salvo nel "ricatto della caduta del Governo amico".  Intanto siamo al Governo, tutta la sinistra. E poi dobbiamo ragionare politicamente. Dopo questo Governo, cosa c’è?
 
 Un caro saluto
 
 Fabio Mussi

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