Le illustrazioni di questo articolo sono © Silvia Berruto.
Immagine uno: sono in tanti e sfilano al grido «Prodi, D’Alema, servi del sistema». Immagine due: una ragazza sedicenne dichiara, disincantata, che «i politicanti fanno i loro interessi». Immagine tre: un oratore spagnolo se la prende con Bush, l’imperatore d’Occidente, che sfrutta gli europei per allargare il proprio impero. E potremmo continuare, perché nel corso di un concerto un tipo sale sul palco e dice che «il vero avversario è il potere finanziario». Potremmo essere a Vicenza, in occasione di un corteo No Dal Molin, o magari in piazza San Carlo, a gridare vaffanculo assieme a Beppe Grillo. Poi però il tipo, che ha la faccia da ragazzo e i capelli brizzolati, prosegue la sua arringa: «Il nostro avversario è il potere finanziario, il potere sionista. Dobbiamo amare la nostra Patria, i nostri fratelli, il nostro futuro». Il tipo è Andrea Insabato, l’uomo che otto anni fa recapitò un pacco bomba al manifesto, in via Tomacelli. E il contesto è un campo d’azione di Forza Nuova, una specie di campeggio-convegno, dove alle sfide a braccio di ferro, ai tatuaggi, ai gadget fascisti da appiccicare ai giubbotti, alle braccia tese si alternano gli incontri “politici” e naturalmente i concerti di quel rock identitario, nazionalista, di estrema destra che consegna il titolo Nazirock al documentario di Claudio Lazzaro, proiettato ieri sera al circolo arci espace populaire di Aosta alla presenza dell’autore. Il quale introduce il suo lavoro parlando delle intimidazioni che ne hanno impedito l’uscita nelle sale cinematografiche, a Roma, ma anche la proiezione all’università di Bologna. «Dopo la diffida di Forza Nuova», dice Lazzaro, «persino alcune librerie Feltrinelli l’hanno nascosto». Anche in occasione del 25 aprile il film, che doveva essere proiettato per conto dell’Anpi alla Casa della Memoria di Roma, è stato sospeso per decisione del Comune, preoccupato di poter influenzare il ballottaggio tra Rutelli e Alemanno. «In tutti i Paesi civili e democratici è proprio prima delle elezioni che tutti i candidati e tutte le forze politiche sono sottoposte al vaglio della pubblica informazione», commenta amaro l’autore, che affonda: «Chi non ha avuto il coraggio di lottare per la libertà ne ha pagato le conseguenze in termini di voto». Continua a leggere
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