I venti grandi – venti che recano tempesta – soffiano sulla terra desolata, ridotta a suolo sterile d’asfalto, frammisto a sterpi. Questo, in chiave apocalittica, potrebbe essere un commento esaustivo al summit di Londra, dove le potenze mondiali (i 20 grandi, rappresentanti dell’85% del Pil terrestre) si sono accordati perché nulla cambi e il modello folle di sviluppo che sta trascinando l’umanità verso il disastro climatico e ambientale e milioni di persone verso un peggioramento delle proprie condizioni (anche economiche) di vita possa continuare invariato.
Oppure, visto che le aspettative di cambiamento erano minime o nulle e visto che certi personaggi ricordano più la farsa che la tragedia, forse si potrebbe insistere di più sull’aspetto di ordinario squallore dell’appuntamento, con capi di Stato e di governo intenti a portare a casa i loro piccoli, irrinunciabili, successi, a fare finta di aver fatto tutto il necessario o anche, semplicemente, a chiamare Obama a gran voce, facendosi rimproverare dalla regina Elisabetta. Continua a leggere
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