«Restiamo Umani» – Un reading per Gaza

 Vittorio Arrigoni, «Restiamo Umani»
 Rinviato al 20 maggio!
 
 22 giorni
di bombardamenti, più di 1300 morti e, soprattutto, un assedio che non è mai finito non sono una ragione sufficiente per tener viva l’attenzione dei media occidentali (e italiani in particolare) su quella sfortunata striscia di terra chiamata Gaza, che ora, dopo il «piombo fuso», cerca di ricominciare a vivere (poco o nulla aiutata, va detto, dal consesso delle nazioni o dai risultati delle elezioni in Israele).
 Del resto, per tutti e 22 i giorni dei bombardamenti, la voce di chi chiedeva la fine del massacro è andata confondendosi con quella che attribuiva ogni responsabilità ai palestinesi, come se pochi razzi artigianali potessero reggere il confronto con uno degli eserciti più forti del mondo. Ma a Gaza non c’è stata guerra nel senso classico del termine, perché uno solo era l’esercito in campo: IDF, le Forze di “difesa” israeliane.
 
Mercoledì 20 maggio alle ore 21.30, presso l’espace populaire di Aosta, ricorderemo la tragedia di Gaza ascoltando la voce del pacifista italiano Vittorio Arrigoni, testimone dei bombardamenti, che sarà con noi in collegamento telefonico dalla Striscia. E leggeremo insieme alcuni brani del suo libro «Restiamo Umani» Continua a leggere

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Incontro con Tariq Ramadan

 Tariq Ramadan e Alex Glarey (Aosta, espace populaire)
 Ieri sera, all’espace populaire di Aosta, si è svolto un incontro con Tariq Said Ramadan, intellettuale e professore universitario, sul tema La globalizzazione neoliberista, strategie di resistenza e l’islam. Ramadan, svizzero di origine egiziana, è cresciuto e si è formato in Europa, per poi studiare scienze islamiche al Cairo. Accettando il rischio di utilizzare toni un po’ retorici, lo si potrebbe definire un anello di congiunzione tra due culture diverse, che oggi troppo spesso sono contrapposte in maniera strumentale dalla politica e dai media. Il discorso di Ramadan e la chiacchierata che ne è seguita hanno preso le mosse dal sistema economico mondiale e dalle possibilità di resistere a un liberismo che uccide, ma poi, inevitabilmente, abbiamo finito per mettere a confronto due universi, occidente e islam, che oggi s’incrociano continuamente, senza per questo conoscersi davvero. Continua a leggere

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Berlusconi provvede ai terremotati. E li consiglia

 

 «È quasi Pasqua ed è la bella stagione», ha detto Berlusconi. «Andate sulla costa, al mare: paghiamo tutto noi».
 Il Capo del Governo italiano si è poi raccomandato di mettere la crema solare. Forse per non correre il rischio di diventare tutti abbronzati, come Obama. Continua a leggere

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No, nessuno sciacallaggio!

 Per chi non crede che ci sia sciacallaggio da parte dei media in Abruzzo, pubblico questo video.
 Ascoltiamoli mentre danno i numeri
.

http://www.youtube.com/watch?v=C9kD0DRdxRA

 

 Accolgo l’invito del blog Italiani Imbecilli a scrivere un’e-mail di protesta all’indirizzo tg1.live@rai.it.
 Il testo: «Felicitazioni per i dati d’ascolto relativi allo show sul terremoto. Spero che, tra un conteggio e l’altro, abbiate anche il tempo di vergognarvi».
 Fate seguire firma ed eventuale indirizzo web.
 Quanto a Mediaset, cliccate QUI.

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«Lo Stato non vi abbandonerà»

 

 Ho avuto modo di riflettere su quanto ho pubblicato l’altro giorno in queste pagine, su una tragedia – il terremoto abruzzese – che forse avrebbe meritato toni più pacati. Non essendo in alcun modo un esperto, non ho idea se sia vero o no che il sisma poteva essere/era stato previsto. Non so neppure come si sarebbe potuto mettere al sicuro un’intera popolazione per un lasso di tempo indeterminato, anche in caso di
previsione corretta. Di questo non voglio parlare perché, lo ripeto, non è il mio mestiere. Ma credo sia sufficiente un po’ di buon senso per domandarsi come abbiano fatto a cadere gli edifici di costruzione recente, per l’edificazione dei quali erano stati previsti rigorosi criteri antisismici: «siamo il paese delle regole scritte con solennità e violate con estrema facilità», commenta Paolo Berdini sul manifesto del 7 aprile. Continua a leggere

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Sciacalli in Abruzzo

 Sono le 20.10, sono sintonizzato su Rai 1, che sta trasmettendo, al posto del telegiornale, un documentario sugli sciacalli in Abruzzo, forse fuggiti dal Parco Nazionale dopo il terribile sisma di questa notte. Sciacalli armati di telecamere e microfoni per mostrare il dolore umano, fabbricatore di audience, per intervistare donne e uomini in lacrime, oppure tuttologi che s’improvvisano sismologi per dire la loro sui fatti. Ma il dolore delle vittime andrebbe rispettato: date la notizia e poi silenzio. Che senso ha mostrare i cadaveri estratti dalle case? Anzi, non silenzio, perché se per una volta le macerie non sono state direttamente prodotte dall’uomo, forse i giornalisti dovrebbero servire ad appurare le responsabilità di chi poteva prevedere e non ha saputo farlo
o, se come dice la prtezione civile il terremoto non era prevedibile, quelle di chi non ha saputo mettere al
sicuro, con consolidati criteri antisismici, gli ospedali, gli alberghi
e – almeno – tutti gli edifici nuovi. «Ma ecco i testimoni di altro
dolore», ha appena detto la Busi. E di nuovo una serie infinita
d’interviste: catarsi collettiva catodica, televisione antidoto al
dolore.
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Bella Napoli

 
 Ma non si può dire mai
basta?
 L’avete vista questa?
 
È una pubblicità del governo.
 È in onda sulle reti Rai e Mediaset, La 7 e due reti locali della Campania già dal 26 marzo e lo sarà ancora fino all’11 di aprile.
 
È pacchiana,
è oscena, e questo già basterebbe, ma soprattutto è uno spot autocelebrativo,
fondato sull’ipotesi tutta da dimostrare secondo la quale Berlusconi
avrebbe risolto l’emergenza rifiuti napoletana (dov’è finita la monnezza non se lo chiede mai nessuno?).
 Ma la cosa che veramente m’inquieta è: chi lo paga lo spot? E chi paga la sua messa in onda? Perché, se ricordo bene, non sarebbe la prima volta che un qualche governo a guida Mediaset produce pubblicità "progresso" coi soldi pubblici per poi venderla alle televisioni. Continua a leggere

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