Gaza Freedom March: una cartolina dall’Egitto

 
 Ho ricevuto questa foto da Francesco (non so come vuole essere citato, così ometto il cognome per ragioni di privacy), membro della Gaza Freedom March. La pubblico, in ricordo di un’iniziativa che non è riuscita a forzare il blocco della Striscia, ma che – almeno – ha riacceso i riflettori della comunità internazionale sulla situazione di Gaza e della Palestina a un anno esatto dall’operazione militare «Piombo Fuso». In merito al che fare oggi, rimando alla Dichiarazione dal Cairo.
 Sorte migliore (nonostante 55 feriti a seguito di un pestaggio da parte della polizia egiziana) ha avuto la carovana Viva Palestina, entrata finalmente a Gaza, come si legge sul sito dell’iniziativa, dopo «un mese, migliaia di miglia, dieci Paesi, una nave e quattro voli». Gli aiuti internazionali sono stati consegnati questa mattina e i membri della carovana sono ora impegnati in una visita agli ospedali della città e alle zone devastate dai bombardamenti.

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Prima che sia troppo tardi

 Prima che sia troppo tardi (perché dopo tutti quanti son buoni): vi siete mai chiesti dove si trovi lo Yemen?
 Cerchiamolo sulla cartina, adesso; magari leggiamoci due notizie sul Paese.
 Ma facciamo presto: prima che lo trovino per noi le bombe «intelligenti» del premio nobel per la pace.

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Il sessista non ha bisogno di scuse [da Femminismo a Sud]

 
 Questa mia foto è stata pubblicata sul blog Femminismo a Sud. Volevo
copincollare l’articolo, ma – a parte che non ne ho il tempo – che
senso avrebbe proporre due volte di seguito la stessa cosa? Vi rimando
all’originale, che s’intitola Il sessista non ha bisogno di scuse.
Troverete, tra l’altro, il solito uso del corpo femminile per vendere
un prodotto, e l’interpretazione di un ragazzino che ha scritto il suo
commento con il pennarello rosso. Il contenuto e gli errori mi inquietano particolarmente, perché il cartellone si trovava vicino alla scuola media in cui
insegno.

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Ricercare la diossina nel sangue della popolazione di Taranto e provincia

  Il
 Ricevo e pubblico volentieri questa lettera aperta dell’associazione Contramianto e altri rischi Onlus di Taranto. Potrà sembrare strano, nel giro di pochi giorni, un secondo articolo sull’inquinamento nella città pugliese e sulle sue conseguenze sulla salute dei cittadini. Potrà sembrare strano, visto che abito oltre 1000 chilometri più a nord, sulla diagonale sud-est/nord-ovest d’Italia. Ma quella tarantina è, purtroppo, una delle situazioni che meglio evidenziano, in questo sventurato Paese, il vero volto di quel "progresso" che i nostri governanti (tanto i bersani quanto i berlusconi) continuano ad anteporre al benessere reale della popolazione e alla speranza di un futuro non troppo catastrofico per tutto il genere umano.
 Al di là delle kermesse internazionali, cui nessuno dovrebbe dar troppo credito (Copenhagen, gli obiettivi europei di riduzione dei gas-serra), c’è sempre una differenza tra chi mette sul piatto del cambiamento almeno le briciole del proprio Pil e chi, invece, come il governo italiano, tira in ballo la tante volte negata crisi economica per chiedere a Bruxelles il permesso d’inquinare di più.
 Di questa Italietta, incapace di guardare oltre l’istante successivo a quello presente, la città avvelenata di Taranto assume, purtroppo, la statura di simbolo, attraverso terreni e bestiame contaminati e una presenza probabile di «
dosi significative di diossina» nel sangue della popolazione, senza che nessuno si preoccupi ameno di avviare uno studio per verificare la legittimità di questo terribile sospetto.
 
 CITTADINI IN MARCIA
 SIANO LE ISTITUZIONI AD AVVIARE UNO STUDIO SCIENTIFICO PER LA RICERCA DELLA DIOSSINA NEL SANGUE DELLA POPOLAZIONE DI TARANTO E PROVINCIA
 

 Taranto, 4 gennaio 2010

 
 Al Presidente della Giunta Regionale Puglia On. Nichi Vendola
 All’Assessore Regionale Politiche della Salute Puglia Prof. Tommaso Fiore
 Al Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Taranto Dott. Gianni Florido
 Al Sindaco della Città di Taranto Dott. Ippazio Stefano
 Al Sindaco della Città di Statte Angelo Miccoli
 Al Direttore Generale dell’ARPA Puglia Prof. Giorgio Assennato
 Al Direttore Generale della ASL di Taranto Dott. Domenico Angelo Colasanto
 
 Oggetto: Attivazione di uno «Studio di ricerca della diossina nel sangue della popolazione di Taranto, Statte e area jonica».
 
 I quantitativi di diossina immessi nell’aria di Taranto e provincia e la contaminazione dei terreni e del bestiame, ma anche di taluni alimenti, inducono a ritenere che la popolazione possa aver assorbito negli anni dosi significative di diossina e che la presenza e i livelli della stessa possano essere individuati nel sangue attraverso un adeguato studio scientifico.
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End Israeli Apartheid Cairo Delegation

 
 Con invito alla sottoscrizione,
copio e incollo da Guerrilla Radio, il blog di Vittorio Arrigoni, la dichiarazione conclusiva della Gaza Freedom March, iniziativa internazionale di solidarietà con Gaza, che non è riuscita a entrare nella Striscia dal valico di Rafah, ma ha avuto il merito di riaccendere i riflettori dei media sulla situazione della città assediata, a un anno dal «Piombo Fuso» israeliano, che giusto un anno fa causò tra i 1300 e i 1400 morti presso la popolazione palestinese.
 Mi sono preso la libertà di far precedere il testo italiano a quello originale in inglese.
 [English version below]
 
 Dichiarazione dal Cairo
 

 1° Gennaio, 2010

 
 Noi, delegati internazionali riuniti al Cairo durante la Gaza Freedom March 2009, come risposta collettiva a un’iniziativa della delegazione sudafricana, dichiariamo:
 
 In considerazione di quanto segue:

 

  • l’attuale punizione collettiva che Israele infligge ai Palestinesi attraverso l’occupazione e l’assedio illegale di Gaza;
  • l’occupazione illegale della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e il proseguimento della costruzione illegale del muro dell’Apartheid e delle colonie;
  • il nuovo muro che stanno costruendo Egitto e USA che addirittura rafforzerà l’assedio di Gaza;
  • il disprezzo per la democrazia palestinese mostrato da Israele, Usa, Canada, Unione Europea e altri dopo le elezioni Palestinesi del 2006;
  • i crimini di guerra commessi da Israele durante l’invasione di Gaza un anno fa;
  • la continua discriminazione e repressione che i palestinesi affrontano all’interno di Israele;
  • la continuazione dell’esilio per milioni di rifugiati;
  • tutti i suddetti atti di oppressione trovano fondamentalmente origine nell’ideologia sionista che è alla base di Israele;
  • sappiamo che i nostri governi hanno dato a Israele diretto supporto economico, finanziario, militare e diplomatico, consentendogli di agire con impunità;
  • e memori della Dichiarazione Onu dei Diritti dei Popoli Indigeni (2007);

 

 Riconfermiamo il nostro impegno per:
 
 L’auto-determinazione dei palestinesi;
 La fine dell’occupazione;
 Pari diritti per tutti all’interno della storica Palestina;
 Il pieno diritto al ritorno per i rifugiati Palestinesi.
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Veline

 A tutti i mezzi di comunicazione di massa e, per conoscenza, ai comandi di pubblica sicurezza.
 
 Ignorare notizia lavoratori in lotta sui tetti. Gia’ hanno fatto trovare traffico a Babbo Natale; impediamo che capiti lo stesso anche a Befana. Per agenti P.S.: impedire a tutti i costi permanenza manifestanti fino ad aprile. Potrebbero nutrirsi con i piccioni, causando un brusco crollo delle vendite di colombe in occasione della Pasqua.
 
 Ignorare notizia delegazioni pacifiste che dovevano entrare a Gaza e sono state bloccate dall’Egitto. Lontano dai nostri occhi, che ci frega di quello che succede?
 
 Accreditare capacita’ di recupero soprannaturali a viso del premier, in occasione prima uscita pubblica dopo tremendo agguato piazza Duomo. Instillare supposizione che S.E. abbia acquisito poteri di taumaturgo, potendo imporre le mani per guarire chi tartaglia.
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2010

 Praga. Il muro di John Lennon
 Buon anno a tutt* e speriamo in un 2010 migliore del suo predecessore. Intendo dal punto di vista politico e dei diritti, perché per altri versi per me il 2009 è stato un anno meraviglioso, visto che, ad esempio, son diventato papà.
 Se non aggiorno il blog da un po’ è perché ho problemi col computer. In pratica il mio Mac mi permette di entrare nell’amministrazione del blog, ma non di fare modifiche. Non riesco neppure a inserire i post o i commenti (in questo momento scrivo su un mini-pc che mi ha prestato un amico, ma mi sa che ho le dita troppo grosse per questa tastiera, accidenti!). Lo stesso vale per Facebook (posso iscrivermi ai gruppi ma non postare o commentare) e per l’accesso ad alcuni server di posta (ma non ad altri!). Se tra i naviganti "in visita" vi fossero valenti informatici, li invito a darmi una mano lasciando un commento.
 Causa problemi tecnici, mi sa che farò anche un po’ di vacanza, nel senso che non so con quale frequenza riuscirò a pubblicare, anche perché – lo ripeto – in questo pc che sto utilizzando adesso è tutto quanto in miniatura…
 A chi volesse seguire le vicende della Gaza Freedom March consiglio il blog Scirocco. Gli attivisti internazionali sono ancora bloccati in Egitto, il che ha – quantomeno – l’effetto positivo di mettere a nudo (se mai ce ne fosse bisogno) la verità sugli interessi che muovono il regime di Mubarak, che dopo la fine dell’impero di George W. Bush cerca di sostituire l’Arabia Saudita come Paese musulmano di riferimento per la Casa Bianca. Credo che i sit in di protesta degli attivisti della Gaza Freedom March al Cairo e i riflettori puntati sulla barriera d’acciaio che l’Egitto sta costruendo ai propri confini con Gaza per mettere fuori uso i tunnel del commercio clandestino non possano non sollecitare una reazione – almeno a livello di opinione – in larga parte della popolazione egiziana. Continua a leggere

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