Con invito alla sottoscrizione, copio e incollo da Guerrilla Radio, il blog di Vittorio Arrigoni, la dichiarazione conclusiva della Gaza Freedom March, iniziativa internazionale di solidarietà con Gaza, che non è riuscita a entrare nella Striscia dal valico di Rafah, ma ha avuto il merito di riaccendere i riflettori dei media sulla situazione della città assediata, a un anno dal «Piombo Fuso» israeliano, che giusto un anno fa causò tra i 1300 e i 1400 morti presso la popolazione palestinese.
Mi sono preso la libertà di far precedere il testo italiano a quello originale in inglese.
[English version below]
Dichiarazione dal Cairo
1° Gennaio, 2010
Noi, delegati internazionali riuniti al Cairo durante la Gaza Freedom March 2009, come risposta collettiva a un’iniziativa della delegazione sudafricana, dichiariamo:
In considerazione di quanto segue:
- l’attuale punizione collettiva che Israele infligge ai Palestinesi attraverso l’occupazione e l’assedio illegale di Gaza;
- l’occupazione illegale della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e il proseguimento della costruzione illegale del muro dell’Apartheid e delle colonie;
- il nuovo muro che stanno costruendo Egitto e USA che addirittura rafforzerà l’assedio di Gaza;
- il disprezzo per la democrazia palestinese mostrato da Israele, Usa, Canada, Unione Europea e altri dopo le elezioni Palestinesi del 2006;
- i crimini di guerra commessi da Israele durante l’invasione di Gaza un anno fa;
- la continua discriminazione e repressione che i palestinesi affrontano all’interno di Israele;
- la continuazione dell’esilio per milioni di rifugiati;
- tutti i suddetti atti di oppressione trovano fondamentalmente origine nell’ideologia sionista che è alla base di Israele;
- sappiamo che i nostri governi hanno dato a Israele diretto supporto economico, finanziario, militare e diplomatico, consentendogli di agire con impunità;
- e memori della Dichiarazione Onu dei Diritti dei Popoli Indigeni (2007);
Riconfermiamo il nostro impegno per:
L’auto-determinazione dei palestinesi;
La fine dell’occupazione;
Pari diritti per tutti all’interno della storica Palestina;
Il pieno diritto al ritorno per i rifugiati Palestinesi.
A tal fine confermiamo il nostro impegno nei confronti della richiesta di United Palestinian, del luglio 2005, di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per costringere Israele a rispettare le leggi internazionali.
Fino a quando ciò non accadrà, noi cerchiamo e speriamo di dar luogo a un movimento globale di massa, democratico, anti-Apartheid per lavorare di comune accordo con la società civile palestinese e implementare la richiesta palestinese di BDS.
Consci delle tante e forti similitudini tra l’Apartheid praticata da Israele e la precedente Apartheid del regime in Sud Africa, proponiamo:
1) Un giro di conferenze nei primi sei mesi del 2010 tenuto da sindacalisti e attivisti delle società civili palestinese e sudafricana, a cui si uniranno sindacalisti e attivisti impegnati in questo progetto all’interno degli Stati in cui si andrà, per insegnare a fondo le tecniche BDS direttamente ai sindacati e più largamente al pubblico internazionale;
2) La partecipazione alla Settimana dell’Apartheid israeliana nel marzo 2010;
3) Un approccio sistematico e unitario nel boicottare i prodotti israeliani, coinvolgendo consumatori, lavoratori e sindacati dei settori di commercio, magazzinaggio e trasporto;
4) Di sviluppare il boicottaggio accademico, culturale e sportivo;
5) Campagne presso i sindacati di settore e fondi pensionistici per incoraggiare il disinvestimento da compagnie direttamente coinvolte nell’occupazione e/o nelle industrie militari israeliane;
6) Azioni legali contro il reclutamento esterno di soldati posti al servizio delle milizie israeliane, e procedimento penale contro i criminali di guerra del governo Israeliano; coordinamento dei Citizen’s Arrest Bureaux per identificare, condurre una campagna per denunciare e procedere contro i criminali di guerra israeliani; sostenere il Rapporto Goldstone e l’implementazione delle raccomandazioni in esso contenute;
7) Campagna contro lo status di "fondazione di beneficienza" del Jewish National Fund (JNF).
Facciamo appello a organizzazioni e individui che si riconoscono in questa dichiarazione affinché la firmino e lavorino con noi per realizzarla.
Inviateci una mail a: cairodec[at]gmail.com
……….
end occupation
The Gaza Freedom March has come to an end, but before the protesters dispersed they agreed on the following statement:
End Israeli Apartheid
Cairo Declaration
January 1st, 2010
We, international delegates meeting in Cairo during the Gaza Freedom March 2009 in collective response to an initiative from the South African delegation, state:
In view of:
- Israel’s ongoing collective punishment of Palestinians through the illegal occupation and siege of Gaza;
- the illegal occupation of the West Bank, including East Jerusalem, and the continued construction of the illegal Apartheid Wall and settlements;
- the new Wall under construction by Egypt and the US which will tighten even further the siege of Gaza;
- the contempt for Palestinian democracy shown by Israel, the US, Canada, the EU and others after the Palestinian elections of 2006;
- the war crimes committed by Israel during the invasion of Gaza one year ago;
- the continuing discrimination and repression faced by Palestinians within Israel;
- and the continuing exile of millions of Palestinian refugees;
- all of which oppressive acts are based ultimately on the Zionist ideology which underpins Israel;
- in the knowledge that our own governments have given Israel direct economic, financial, military and diplomatic support and allowed it to behave with impunity;
- and mindful of the United Nations Declaration on the Rights of Indigenous People (2007)
We reaffirm our commitment to:
Palestinian Self-Determination
Ending the Occupation
Equal Rights for All within historic Palestine
The full Right of Return for Palestinian refugees
We therefore reaffirm our commitment to the United Palestinian call of July 2005 for Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) to compel Israel to comply with international law.
To that end, we call for and wish to help initiate a global mass, democratic anti-apartheid movement to work in full consultation with Palestinian civil society to implement the Palestinian call for BDS.
Mindful of the many strong similarities between apartheid Israel and the former apartheid regime in South Africa, we propose:
1) An international speaking tour in the first 6 months of 2010 by Palestinian and South African trade unionists and civil society activists, to be joined by trade unionists and activists committed to this programme within the countries toured, to take mass education on BDS directly to the trade union membership and wider public internationally;
2) Participation in the Israeli Apartheid Week in March 2010;
3) A systematic unified approach to the boycott of Israeli products, involving consumers, workers and their unions in the retail, warehousing, and transportation sectors;
4) Developing the Academic, Cultural and Sports boycott;
5) Campaigns to encourage divestment of trade union and other pension funds from companies directly implicated in the Occupation and/or the Israeli military industries;
6) Legal actions targeting the external recruitment of soldiers to serve in the Israeli military, and the prosecution of Israeli government war criminals; coordination of Citizen’s Arrest Bureaux to identify, campaign and seek to prosecute Israeli war criminals; support for the Goldstone Report and the implementation of its recommendations;
7) Campaigns against charitable status of the Jewish National Fund (JNF).
We appeal to organisations and individuals committed to this declaration to sign it and work with us to make it a reality.
Subscribe this petition at: cairodec[at]gmail.com