Lettera aperta sul Canale Reale

Dei rifiuti trovati sulla riva del Canale Reale in prossimità di Mesagne (Brindisi) ho già detto QUI.

Le foto che pubblicavo non erano mie, perché fino all’altro giorno non ero ancora andato a fare un sopralluogo. Pubblico in questo articolo le foto che ho scattato personalmente e le riflessioni che i rifiuti, ma anche la bellezza della campagna e del canale, mi hanno suscitato.

Li pubblico come «Lettera aperta alla cittadinanza attiva e alle istituzioni», che intendo inviare ai media locali.

Credo che l’unico modo per tutelare i beni naturali che ci circondano sia ricominciare a utilizzarli, a percorrerli, fruendo in prima persona della bellezza del paesaggio e restituendo loro l’importanza che forse hanno avuto per le generazioni passate.

Rifiuti lungo il Canale Reale, a Mesagne
Lettera aperta alla cittadinanza attiva e alle istituzioni

Basterebbe poco. Basterebbe davvero poco per riscoprire la natura, i campi oltre le strade, la nostra dimensione di abitanti del mondo, non di infrastrutture di cemento: sarebbe sufficiente una traccia di sentiero, il prendere e partire, magari un poco d’attenzione – istituzionale – al problema dei randagi.

Qualche giorno fa sono andato a passeggiare lungo il Canale Reale, all’altezza di Mesagne, con l’intenzione di verificare coi miei occhi la presenza di rifiuti lungo le sponde registrata nei giorni scorsi da residenti della zona e denunciata da alcune testate.

Sono rimasto colpito dal contrasto tra la pulizia del letto del canale, dopo i lavori di bonifica del consorzio Arneo, e la presenza capillare d’immondizia lungo l’argine, tra le canne abbattute. Contenitori, flaconi di detersivo, giocattoli… Sull’altra riva, insieme a calcinacci, mi è sembrato di scorgere dell’amianto.

Com’è ovvio, scrivo questa lettera per sollecitare le istituzioni, i media e la società civile ad attivarsi perché si giunga, nel più breve tempo possibile, alla rimozione dei rifiuti, e perché siano appurate le responsabilità dell’accaduto.

Devo però aggiungere che, dopo un poco, i campi e il canale, sia pure nelle condizioni descritte, hanno saputo distogliere il mio sguardo dalla spazzatura: man mano che camminavo, sono stato conquistato dal silenzio, dall’odore della terra, dallo scrosciare dell’acqua in prossimità di qualche piccolo salto. Il corso piega, si meandrizza, e la campagna lo segue: compaiono i primi uccelli…

Sarebbe facile, mi dico, trasformare in itinerario pedonale un luogo come questo, un’eccezionale risorsa ambientale, storica e – in prospettiva – turistica (48 chilometri dalla sorgente al mare, attraverso gli ulivi e i campi, fino alla riserva naturale di Torre Guaceto).

Sarebbe sufficiente la volontà di farlo, tanto da parte dei comuni lambiti, quanto della loro popolazione. Probabilmente, l’unico modo per tutelare i beni naturali che ci circondano è cominciare a utilizzarli, a percorrerli, a fruirne la bellezza, presidiando in tal modo il territorio e restituendogli considerazione e importanza.

Mario Badino
(Mesagne)

>>> I rifiuti, ma anche la bellezza del Canale Reale: clicca sulle foto qui sotto per ingrandirle.

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