Assurdo che vogliate

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Un mondo simpaticamente fondato sul profitto delle imprese, delle banche, dei fondi di investimento chiede di cambiare la Costituzionele regole del gioco – a un popolo (o a un insieme di individui) sempre più convinto che non ci sia problema nel fatto che lo Stato rinunci alle proprie prerogative nel regolare e nell’organizzare, come se per il cittadino potesse essere positivo affidare i servizi di base, dalla sanità all’istruzione, a mani mercenarie, istituti privati, aziende.

Assurdo che vogliate il nostro benestare
per la finanziarizzazione della vita,
assurdo che vogliate questa vita
fatta di passeggiate in centri commerciali.

La riforma costituzionale, ci dicono, dovrebbe rendere più moderno il Paese, consentendo al governo di decidere più in fretta.

Il problema, a me sembra, è il modello di riferimento, di questo esecutivo, come di qualunque governo dei decenni passati e – temo proprio – di quelli a venire. Di liberismo si muore: morire più in fretta è un vantaggio? Io scelgo di difendere la natura parlamentare della nostra Repubblica, la possibilità di prendersi il tempo necessario a riflettere, il non voler decidere da soli, calando dall’alto del proprio scranno decisioni con cui faranno i conti i cittadini.

Chiedere alle vetrine la stagione, il tempo,
vegliare l’anno al caldo artificiale, al freddo
delle bocche di condizionamento,
tenere fuori il vento, la luce naturale.

Il 4 dicembre voterò NO (#1).

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