Vent’anni di istrionismi, gag, corna nelle foto ufficiali, festini, scandali hanno macchiato l’immagine internazionale del nostro Paese, dice qualcuno. A me, invece, Renzi col gelato fa meno paura del Renzi che fa le riforme.
Da insegnante, attendo di sapere quale sarà la sorte della scuola.
Da cittadino, quale sarà la sorte della democrazia, che – lo ricordo – non è fare una croce su una scheda ogni tot anni. L’intento è chiaro: accentrare il potere, contrastare il dissenso, far fare affari ai soliti noti con le grandi opere e – nuovamente – reprimere il dissenso. E smantellare lo stato sociale, privatizzare, commercializzare tutto, che c’è chi ci guadagna.
Questo, più l’«austerità» di chi deve tagliare la spesa pubblica perché ha deciso di sottostare al ricatto della finanza, e anche perché non vuole tagliare le spese veramente inutili, come i due milioni al giorno che spendiamo per presidiare un isolato in Afghanistan, o le cifre che ci costano le attività militari in generale, spesso peraltro portate avanti in perfetto contrasto con l’articolo 11 della nostra (teoricamente ancora in vigore) Carta costituzionale.
Qual è la differenza tra le politiche di Renzi, quelle di Letta, quelle di Monti, quelle di Berlusconi e, qui lo dico, quelle di Prodi, di D’Alema o dei governi tecnici che hanno “salvato” la lira permettendole di entrare nell’euro?
Guardando alla linea economica, le scelte sono orientate tutte nella medesima direzione, cioè l’opposto di quella che dovremmo seguire.
A me un Renzi che mangia il gelato fa meno paura di un Renzi di successo.
>>> Anche se nei prossimi mesi sarò in Puglia, la foto dell’articolo è stata scattata a Mentone.