Fascisti ad Aosta

 Fascisti ad Aosta è come dire fascisti su Marte: la mia città ha l’abitudine di tenersi alla larga dalle cronache nazionali, tanto da apparire come un territorio misterioso, che esiste – questo è certo – ma si trova chissà dove, oltre i confini del noto, le Colonne d’Ercole di Pont-Saint-Martin (il primo comune valdostano arrivando dal Piemonte).
 
 La Valle d’Aosta è universalmente nota per le montagne, l’autonomia, l’infondata convinzione che la popolazione locale sia bilingue e magari parli come prima lingua il francese, la fontina, la grappa, il génépy, il Casinò di Saint-Vincent e naturalmente l’Union Valdôtaine, il locale partito di governo (quasi) sempre vittorioso da 30 anni a questa parte.
 
 In realtà, la Valle e il suo capoluogo non si trovano così fuori dal mondo come si vorrebbe far credere, né i costumi sono tanto diversi da quelli delle altre regioni d’Italia, tanto che anche in Valle d’Aosta (alle europee prima, alle elezioni comunali dopo, lo scorso 23 maggio), l’Union, con un’inedita alleanza, ha avuto la bella idea di aprire la strada alla destra, Pdl e Lega.
 
 Oggi Aosta, già governata da una coalizione Union-Pdsenzaelle, è guidata da un’altra coalizione, che ritrova l’Union insieme, questa volta, al Pdconlaelle.
 
 La scorsa campagna elettorale, anch’io mi ero candidato come consigliere nella lista civica «Sinistra per la Città» allo scopo, l’ho già detto, di fare il possibile per portare qualche voto a sinistra, contribuendo a evitare lo "scivolone" verso Berlusconi e Lega.
 
 Come ex candidato di «Sinistra per la Città», pubblico volentieri il testo presentato lo scorso 14 giugno alla presidenza del consiglio comunale dal nostro unico eletto, Paolo Momigliano Levi, ex direttore dell’Istituto storico della resistenza di Aosta. Si tratta di un atto di accusa verso i gruppi di estrema destra che da alcuni mesi hanno colonizzato i muri della città con scritte e simboli fascisti e razzisti (oltre che abusivi). A tali gruppi viene attribuita la probabile paternità di gesti vandalici dapprima alla sede locale della Lega Nord e poi a quella del Partito democratico, dove le svastiche sono state accompagnate da stelle di Davide con la scritta «ebrei».
 
 Nel suo testo, Paolo Momigliano Levi chiede al nuovo sindaco della città, Bruno Giordano, di esprimere la propria solidarietà nei confronti del Partito democratico, e di fare il possibile per arrestare il proliferare di scritte e manifesti di stampo nazifascista.
 
 Prossimamente pubblicherò sul blog una galleria d’immagini tratte dai muri di Aosta.


 Documento
presentato il 14 giugno alle ore 9,30 alla Presidenza del
Consiglio comunale

 
 Il sottoscritto Paolo Momigliano Levi, capogruppo della Lista civica
Sinistra per la Città, in forza dell’art. 89 del Regolamento del
Consiglio comunale della Città d’Aosta, chiede alla Presidenza del
Consiglio di porre all’Assemblea consigliare la questione dei fatti
recenti che hanno colpito la sede della federazione valdostana del
Partito Democratico e prima ancora quella della Lega nord e di azioni
che, attraverso scritte e manifesti affissi abusivamente, che fanno
esplicita apologia del fascismo e del nazismo, toccano l’intera Città
d’Aosta e i fondamenti della democrazia e dell’autonomia.
 
 I FATTI
 
 La stampa ed i mezzi d’informazione in Valle d’Aosta hanno dato il
debito risalto alla notizia che, per la seconda volta, l’insegna del
Partito Democratico è stata lordata da ignoti tracciando una svastica e
scrivendo parole di chiaro significato antisemita. Èdel tutto probabile
che coloro che hanno compiuto, di nascosto, questo grave atto di
provocazione siano gli stessi che poche settimane fa hanno compiuto lo
stesso gesto (forse con diversa finalità, dato che la Lega è
rappresentata a  livello di Parlamento europeo, dall’on. Borghezio che
non perse occasione per unirsi alle adunate dei naziskin in Europa)
sull’impiantito prospiciente la sede valdostana della Lega Nord.
 Questi episodi non sono né isolati né frutto, a giudizio di chi scrive,
di qualche teppista; ma s’inscrivono in una serie di iniziative
d’apologia del nazismo e del fascismo, che da parecchi mesi hanno
lasciato segni evidenti sui muri della nostra città; per non parlare
dello striscione applicato al sottopasso che porta verso la Cogne, a
ricordo del “camerata Rimelli”.
 Senza pretesa di completezza, l’estensore di questa nota, ha
fotografato nelle vie cittadine numerose scritte del tipo: «L’Italia
agli Italiani: fuori ebrei e africani», altre che inneggiano all’Impero,
con chiaro riferimento alla storia dell’Italia fascista e all’Europa
autarchica della “razza ariana” quale la concepiva Adolph Hitler, i
manifesti del gruppo Giovinezza al potere, in cui, tra l’altro, si
chiede l’introduzione nelle scuole italiane del “testo unico”, come è
avvenuto nel corso del regime fascista e quelli  del Blocco studentesco
d’ispirazione neofascista. La galassia dei neofascisti va da Casa Pound
ad Aosta non conforme, da Forza nuova ad Azione giovani, gruppi che non
nascondono il loro oltranzismo rispetto alla deriva a destra dei partiti
di governo.
 
 I RISVOLTI PENALI
 
 Sulla base delle norme di attuazione della XII disposizione transitoria
e finale della Costituzione, della legge n° 645 del 20 giugno 1952 e
della legge n° 200 del 25 giugno 1993, tali azioni configurano il reato
di apologia del fascismo, reato che con una iniziativa improvvida a
parere di chi scrive è stato inserito fra quelli minori da
depenalizzare…
 Anche se sproporzionate rispetto alla gravità dei fatti, restano
comunque le norme che prevedono ammende per chi imbratti i muri della
città e proceda ad affissioni abusive.
 Resta comunque la gravità dell’atto politico che, laddove gruppi della
destra extraparlamentare come quello conosciuto con la denominazione di
Casa Pound, come Forza nuova e Azione giovani hanno preso piede
approfittando della deriva a destra del governo italiano e della
politica xenofoba, particolarmente sostenuta dalla Lega, ha provocato
violenti scontri di piazza fra fascisti e antifascisti.
 Il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta e il sindaco uscente
della città d’Aosta, hanno assicurato la loro vigilanza affinché tali
movimenti eversivi non si radichino nella nostra regione e nella nostra
città. In attesa che questo impegno si esplichi, affinché il confronto
politico si risolva nella dialettica delle idee e non decada a slogan e a
modelli che ci riportano al momento di maggiore decadenza e barbarie
dell’Europa del XX secolo,
 
 CHIEDO al Consiglio di esprimere la sua solidarietà al Partito
Democratico, di condannare gli episodi di cui sopra e di chiedere
all’attuale Sindaco che assuma lo stesso impegno preso dal suo
predecessore per vigilare sui gruppi eversivi che vorrebbero minare i
fondamenti democratici della nostra società, la corretta dialettica fra i
partiti e la pacifica convivenza civile.
 
 Aosta, 14 giugno 2010
 
 Paolo Momigliano Levi
 Capogruppo della Lista «SINISTRA PER LA CITTÀ»


 Il testo di Paolo Momigliano Levi è tratto dal sito della lista civica «Sinistra per la Città».

Questa voce è stata pubblicata in Le Colonne d'Ercole (di Pont-St-Martin), Orwell (fascismi, sessismi, controllo, censura). Contrassegna il permalink.