Marina militare israeliana: pirati e assassini

 Pirati e assassini. Non c’è altro modo per definire la marina militare israeliana che ha attaccato in acque internazionali la "Flotilla" pacifista che avrebbe dovuto raggiungere Gaza per forzare il blocco. Assassinio premeditato. Sprezzo del diritto internazionale. Tra i 10 e i 19 morti, barche sequestrate e attivisti in carcere in Israele (benché non abbiano MAI tentato di entrare in Israele).
 Per una volta lasciamo perdere le accuse di nazismo, che servono solo ad alzare polveroni e usiamo i nomi giusti: illegali, pirati, assassini. Questo si sono dimostrati, per l’ennesima volta, i soldati dello Stato d’Israele, sedicente democrazia del tutto incurante dei diritti umani e di quello internazionale.
 Al ministro Frattini e a tutti i governi occidentali chiedo di condannare l’accaduto e di adoperarsi tanto per la liberazione degli attivisti internazionali (ci sono anche – lo dico per Frattini – degli italiani), quanto per la condanna della politica israeliana e per la fine del blocco illegale di Gaza.
 Le notizie in mio possesso sono ancora scarne; seguirò la vicenda e pubblicherò aggiornamenti.
 Di seguito il bel comunicato ricevuto per mailng list da Alkemia, che annuncia anche il presidio di oggi (31 maggio) a Modena.
 

 PIRATI E ASSASSINI!

 
 Israele ha assassinato un  numero imprecisato di attivisti internazionali in acque internazionali tra Cipro e Gaza, tra le 19 e le 25 persone. L’attacco pirata portato questa notte alla nave ammiraglia della Flottiglia della Libertà era stato pianificato e annunciato da giorni. Le autorità israeliane, non temendo di cadere nel ridicolo, parlavano di arrembaggio.
 Non è la prima volta che Israele assassina attivisti internazionali, né è sorprendente che Israele si faccia beffa delle acque internazionali e del diritto internazionale.
 Questa flottiglia disarmata aveva come obiettivo quello di tentare di rompere l’assedio che Israele e l’intera comunità internazionale impone a Gaza fin dal 2006: un milione e mezzo di civili ostaggi, privati dei più elementari beni di prima necessità e diritti.
 Mentre scriviamo questo comunicato si apprende che Israele ha sequestrato l’intera flottiglia con gli attivisti che la compongono, per dirigerla verso il porto di Ashdod, dove, preventivamente svuotata, la prigione locale «accoglierà» gli attivisti internazionali che, dopo l’identificazione, dovrebbero essere forzatamente rimpatriati.
 Questo atto di palese illegalità internazionale non ha nessuna giustificazione. Israele lo ha commesso forte dell’impunità internazionale di cui gode e della complicità internazionale su cui può contare.
 Quello che ora le autorità internazionali devono fare sono cose elementari:
 
 –    chiedere l’immediata liberazione delle navi e degli attivisti;
 –    condannare senza appello Israele per questo atto piratesco senza senso;
 –    portare di fronte a un tribunale internazionale i responsabili politici e militari di questo atto barbarico;
 –    imporre a Israele di togliere l’assedio a Gaza e non solo per motivi umanitari;
 
 Se ciò non verrà fatto semplicemente i governi occidentali a partire dall’Italia saranno tutti complici della morte lenta e disperata di un milione e mezzo di civili, corresponsabili dell’assassinio di tante persone disarmate il cui unico carico è rappresentato da beni di prima necessità, materiale da costruzione, materiale medico.
 
 Mobilitarci immediatamente in solidarietà con il popolo palestinese di Gaza sotto assedio, con le vittime, i feriti e gli arrestati della Flottiglia internazionale è nostro dovere.
 Ora il governo italiano ha il dovere di proteggere i propri concittadini in mano agli israeliani e chiederne l’immediata scarcerazione.
 
 PRESIDIO DI PROTESTA
 DALLE ORE 17.00
 Piazza della Ghirlandina
 Modena


 Leggi l’articolo di Astrit Dakli sul manifesto.
 Leggi anche Due comunicati e un’iniziativa contro la furia omicida della marina israeliana.

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